mercoledì 21 novembre 2007

Contro i giovani

di Niccolò Picotti

Il libro “Contro i giovani” di Tito Boeri e Vincenzo Galasso (edito da Mondadori) è una “denuncia, ma anche una proposta per aprire un confronto”. Partendo dall’avvicinamento e dal raffronto di vite diverse in società in qualche punto simili (nonostante il Paese sia sempre l’Italia, si va da un Giovanni 1932 fino ad un Carlo 1982), i due autori ci portano per mano ad un’analisi critica del Paese, con particolare riferimento alla preoccupante situazione previdenziale e al delicato, e tanto snobbato, tema dell’investimento sul capitale umano.

L’analisi che Boeri e Galasso fanno all’interno di “Contro i giovani” è estremamente scorrevole e coinvolgente; numerosi sono i dati forti che sorprendono il lettore portandolo anche a qualche risata nervosa e alquanto ironica. Più volte si coglie “la palla al balzo” (i riferimenti al mondo sportivo sono tanti) per calciare “l’età della politica”; altre volte, invece, si fa un “tackle” con realtà europee che ben ci possono sbeffeggiare per quanto riguarda “inquinamento” o “precarietà giovanile”.

Personalmente considero “Contro i giovani” un manuale di utili suggerimenti da cui poter trarre interessanti spunti per una riflessione; lo considero una guida che tutti dovrebbero, almeno una volta, consultare per poter riflettere sui problemi concreti che il futuro riserverà ai cittadini - “mediani” del domani. Vorrei concludere citandovi due frasi che ho particolarmente apprezzato e che spero possano convincervi ancora di più a leggere questo libro:

“Il nostro sistema di protezione sociale, il nostro welfare in particolare, è impostato attorno a questo modello familiare. Premia il capofamiglia, garantisce la sicurezza della sua occupazione, il suo reddito, la sua pensione. Spetta poi a lui distribuire ed elargire i benefici all’interno della famiglia. Il welfare italiano rafforza il senso di appartenenza alla famiglia in contrapposizione all’appartenenza alla comunità”

“Un imprenditore scaltro, che cerchi di aumentare i profitti della sua impresa, e dunque i suoi benefici economici personali, si comporterebbe diversamente. Costruirebbe un team di giovani capaci, con basse pretese salariali, e li “sfrutterebbe” facendoli lavorare nelle mansioni in cui sono più produttivi. Così non avviene nel mondo italiano delle professioni e delle università. La ragione è che i giovani non devono essere messi nella condizione di competere con i loro più anziani colleghi, cui spetta il compito di selezionarli, anche quando sono molto meno qualificati di loro.”

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mi sembra molto interessante, ho intenzione di leggerlo a breve... anche in vista del prossimo grande evento!!!

Francesco

Anonimo ha detto...

Letto e apprezzato.
Giusto proporre anche soluzioni all'interno di un libro di denuncia.

Anonimo ha detto...

Un libro davvero molto interessante per capire dove stiamo andando o, meglio, dove ci stanno portando.... Ne consiglio la lettura a tutti!:)

Bravi ragazzi, un titolo azzeccato,

Christian

Borioni Gabriele ha detto...

..purtroppo non avrò l'occasione di leggerlo prima dell'incontro, ma ho ricercato su Internet qualche recensione e sembra sia davvero piaciuto.

Ovviamente le recensioni e i commenti positivi saranno stati scritti da altri giovani ma non escludo la firma di qualche,concedetemi il termine,'adulto d'avanguardia'..:-)