venerdì 9 novembre 2007

Sicurezza

di Gabriele Borioni

In questi giorni l’argomento al centro del dibattito politico italiano è la sicurezza. Dopo i fatti di Roma si è cominciato a trattare con la giusta urgenza una situazione che stava degenerando da parecchio tempo, in particolare per quanto riguarda la delinquenza straniera e l’immigrazione. Purtroppo, però, credo che siamo di fronte all’ennesima prova di distanza tra la politica e i cittadini. Il dialogo che dovrebbe instaurarsi su un tema così importante viene strumentalizzato da entrambe le parti e anche su questo tema riusciamo a sentir parlare di spallata (Cdl) o muro contro muro (Unione), mentre la risposta unanime che chiediamo è un'altra: un accordo immediato, non ricattabile, favorevole alla Destra, alla Sinistra, ma soprattutto all’Italia, che possa assicurare con lungimiranza una politica forte al fine di rassicurare cittadini sempre più preoccupati.
La popolazione chiede garanzie, fermezza, e infine una linea dura da parte delle Istituzioni in merito al diritto alla sicurezza, evitando così un clima di disordine sociale, razzismo, xenofobia o giustizia fai da te. Basta con i ricatti e le minacce, c’è un paese da governare.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ogni persona umana ha una dignità sociale pari, senza distinzione di sesso o di razza, di lingua, di religione o opinione politica e va rispettata nella sua dignità, ma la stessa persona che immigri nell'Unione Confederale Regionale ha parimenti l’obbligo di rispettare la dignità, le usanze culturali, sociali e religiose dei cittadini indigeni delle Regioni Nazioni Confederate.
Non è campanilismo l'amore per la propria terra, per la propria lingua, per la propria cultura, per le tradizioni e per la propria storia. Non è nemmeno un discorso razzista difendere certi valori, difendere la propria lingua, le proprie usanze, il rispetto per noi stessi, per la nostra terra e le sue genti. Una chioccia che difende i suoi pulcini non è una chioccia razzista. Così un genitore che difende la propria famiglia ed i suoi figli. Così chi difende e domanda, giustizia e rispetto per il suo popolo. A questo popolo il Partito Unione Confederale Regionale vuole veder riconosciuto il diritto-dovere di difendersi dalla incontrollata immigrazione, derivante dall'inefficienza del sistema politico corrotto e lassista italiano.
Pur riconoscendo che ogni persona umana ha il diritto al lavoro e che gli immigrati sono spinti dalle necessità di migliorare le proprie condizioni umane, sociali ed economiche, non possiamo esimerci noi dal diritto di costruirci la nostra società e di tutelare i nostri diritti, di scegliere il nostro modo di vivere con regole scelte da noi cittadini delle Regioni Nazioni Confederate.
Da troppi anni purtroppo dobbiamo subire le vessazioni imposte dalle sregoatezze romane, noi siamo costretti a subire e ad assimilare il marciume generalizzato, alimentato dal malcostume politico italiano. E' un dato scontato che la maggioranza degli immigrati siano clandestini senza fissa dimora, senza lavoro, senza regole, né igieniche né sociali e che avanzino pretese di diritti che non vengono concessi neppure ai nostri cittadini (vedi casa, lavoro, assistenza, ecc. ecc.).
Questo stato di cose genera nell'animo di cittadini la ribellione, il rigetto, il disprezzo, la rabbia contro uno Stato inefficiente ed incapace, governato da politici idioti e lontani dalla realtà quotidiana. Prima che si arrivi all'esasperazione, alla guerra tra poveri, al caos sociale bisogna rimettere ordine a questo stato di cose.
Il Partito Unione Confederale Regionale è convinto che ogni tipo di immigrazione vada ben controllata. Ben vengano quegli immigrati che rispettano le nostre regole, usanze e che si impegnano veramente nel sentirsi cittadini come noi delle Regioni Confederate.

Bruno Peres
Segretario del partito
UNIONE CONFEDERALE REGIONALE

www.unioneconfederaleregionale.it

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda la sicurezza a 360° non dobbiamo criminalizzare solo gli immigrati, di delinquenti nostrani ne abbiamo in abbondanza in Italia. Un solo metro di misura per tutti senza distinzione tra delinquenti nostrani e immigrati.
Droga, delinquenza legata alla droga e non, malcostume e prostituzione hanno assunto anche in Italia dimensioni allarmanti, tanto che in vaste aree urbane non vi è più la presenza dello Stato. Il Partito Unione Confederale Regionale ritiene che si debba immediatamente porre un freno all'espandersi del fenomeno. L'individuo, nella sua molteplicità genetica, culturale, educativa, ha fondamentalmente due regole basilari che lo collocano nelle regole sociali della comunità, che sono: il buon senso e la paura.
E' affidandoci al buon senso che ognuno di noi si dà delle regole morali e di comportamento, è affidandoci al buon senso che ognuno di noi apprende l'educazione ed il rispetto verso gli altri, è affidandoci al buon senso che riusciamo a costruire una società civile con sani principi e a misura d'uomo. Quando questo buon senso viene meno o non esiste proprio e l'individuo si lascia andare nelle devianze, con le conseguenze ben note a tutti e che ogni giorno riempiono le cronache dei mezzi d'informazione (di quei fatti che si sanno), lo Stato deve garantire l’ordine e il rispetto verso i cittadini onesti e laboriosi. Mancando il buon senso deve prevalere la paura.
Leggi chiare e inattaccabili, che permettano processi veloci e che garantiscano la vera espiazione della pena, con condanne significative, esemplari e convincenti devono essere il miglior deterrente contro ogni delinquenza per arginare il dilagare del fenomeno, oltre che una costante e profonda educazione dei cittadini sin dalla prima scuola. Educare dunque i cittadini al rispetto verso gli altri e il vivere civile, ma soprattutto garantire ai cittadini corretti e di buon senso il pieno diritto di vivere in una comunità civilmente sana, serena e tranquilla, non come tantissime realtà sociali, ormai generalizzate in ogni dove, che hanno assunto l'aspetto terrificante dei "bassifondi di Parigi" di antica memoria. Insomma bisogna riportare nelle nostre case, nelle strade, nelle borgate, nei paesi e città la serenità ed il piacere di vivere sicuri e sereni.
Il Partito Unione Confederale Regionale ritiene che prima di tutto vadano salvaguardati e tu¬telati i diritti, la sicurezza e convivenza sociale dei cittadini rispettosi delle leggi.
Comunque i maggiori responsabili di questo stato di cose sono solo i politici che non osano prendere provvedimenti legislativi seri. Talvolta mi chiedo se è più delinquente un ragazzo tossico che ruba per drogarsi o un faccendiere politico in camicia bianca e cravatta che non fa il suo dovere, pagato fior di quattrini con i sudori del popolo.

Bruno Peres Segretario del partito
UNIONE CONFEDERALE REGIONALE

www.unioneconfederaleregionale.it

Anonimo ha detto...

L'on Casini ieri sera a Là di Moret ha detto: "ho parlato con il questore di Roma che, con un tono deciso, mi ha chiesto: lo sai che a Roma ci sono oltre 40 arresti al giorno? Lo sai che 9 su 10 sono extra comunitari? Lo sai che il 75% sono zingari?"
Cosa dobbiamo fare a fronte di questa situazione? Aprire le porte a tutti gli stranieri? Chiuderle a tutti? Il discorso, purtroppo, non è così semplice. La parola chiave che ormai spesso si usa è "integrazione". Ma secondo me questo dell'integrazione è un discorso parziale, non completo se non è accompagnato dal concetto di "tolleranza 0". Ma come si arriva ad un concetto efficace ed efficiente di tolleranza 0? In primis attraverso un governo forte, deciso, che può permettersi, e ha le palle, di prendere decisioni importanti (e magari discutibili); ma soprattutto anche, e qui riporto il pensiero di Magdi Allam durante un interessante convegno di sos italia, attraverso delle regole serie, concrete e collettivamente accettate che non si limitino solo a far capire agli stranieri che in Italia si devono rispettare i principi italiani, ma che facciano capire anche agli stessi italiani l'importanza di tutelare e difendere i propri valori.
Il discorso zingari è un discorso difficile, estremo ma non irrisolvibile...la domanda corretta è "cosa farne della feccia?" Secondo me è giusto portare avanti l'idea di un'espulsione semplice e immediata delle persone straniere che non riescono (spesso per volere loro) ad essere integrate; è altrettanto giusto rimandare "al suo Paese" l'ambasciatore rumeno che viene a difendere la propria gente dopo che il suo stesso governo ha fatto e fa di tutto per cacciare gli elementi scomodi dal proprio Stato; ed è infine altrettanto giusto, come dicevo prima, sostenere e favorire l'integrazione, accogliendo a braccia aperte le persone oneste che vogliano essere integrate....preparandosi allo stesso tempo a mandare fuori dall'Italia, a suon di calci nel sedere, chi non vuole far parte, rispettandone le regole e i valori, di questo grande Paese.

Niccolò Picotti
Segretario di Nuovo Corso

Enrico Passaro ha detto...

Politicamente la CDL soffia sul fuoco, niente da dire visto che il ruolo dell'opposizione è anche questo e poi sul tema sicurezza si gioca in casa. Naturalmente passa il messaggio di un destra forcaiola, di una destra che fa le ronde padane o delle libertà, di una destra chiusa a difesa dell'italianità. Questo fa il gioco del centro-sinistra che sul tema della sicurezza è invece più diviso come mai, lo dimostra il mancato accordo sul c.d. pacchetto sicurezza. Allora vorrei un leader che dicesse: siamo nel 2007, l'immigrazione è un fatto, non possiamo chiuderci dentro la fortezza Italia e tirare l'olio caldo, chiudere il ponte levatoio contro chi vuole entrare, abbiamo delle regole facciamole rispettare. Siamo per accogliere i bisognosi e i persiguitati politici, vogliamo integrare coloro che vengono per lavorare e rispettare i nostri valori e la nostra identità; chi rispetta per almeno 5 anni queste regole avrà diritto al voto.
Chi invece non ha il permesso di soggiorno non può stare sul territorio nazionale, chi ha commesso reati va immediatamente espluso, i campi abusivi essendo abusivi vanno sgomberati. I flussi vanno regolamentati, non possono entrare tutti e prima bisogna che ci sia un filtro delle autorità locali. Ogni comune deve decidere annualmente il numeo di cittadini immigrati che può ospitare sulla base della disponibilità abitativa, di lavoro, di assistenza.
Questa è la politica sull'immigrazione che dovrebbe secondo me caratterizzare i leader della CDL, per non dare alibi a chi considera la destra conservatrice, rozza e cattiva.

Anonimo ha detto...

CONTROLLO DEL NOMADISMO, CHE ALTRO NON E' CHE CONTROLLO DELLA SICUREZZA E DELL'ORDINE SOCIALE.

Nella nuova Confederazione Regionale che il Partito Unione Confederale Regionale auspica si realizzi quanto prima, il Partito intende abolire ogni legge di protezionismo degli zingheri; abolire ogni forma di sussidio gratuito o di contributi elargiti alle persone nomadi "zingheri", inoltre intende far applicare rigidamente le norme di legge in merito al nomadismo praticato da persone, gruppi e comunità senza fissa dimora e nulla facenti. Il Partito inoltre intende applicare una stretta sorveglianza con il censimento anagrafico dei nomadi e la verifica sulle disponibilità economiche provenienti da fonti incerte non controllate, ma sopratutto non derivanti da redditi di lavoro e di dubbia provenienza. Per una vera integrazione del popolo zingaro il Partito pretende che debbano essere rispettare le nostre leggi e costumanze sociali, culturali e civili, oltre che l’obbligo dell’istruzione e del lavoro a tutti gli zingheri idonei al lavoro. Per chi delinque: il rimpatrio immediato se immigrato, il carcere "rieducativo" per gli zingheri cittadini italiani.

Leggetevi la Legge Regionale n. 11 del 14 marzo 1988

Bruno Peres
Segretario del partito
UNIONE CONFEDERALE REGIONALE

www.unioneconfederaleregionale.it

Borioni Gabriele ha detto...

Niccolò è stato molto chiaro sulla strada da percorrere, ed è ora che tutto il Governo e l'Opposizione lavorino insieme a decisioni forti.
Sicuramente l'integrazione è un processo molto più lungo da avviare, ma quanto alla tolleranza zero va applicata fin da subito, attraverso una legge che dia un potere forte ai prefetti.
Abbiamo bisogno di una legge con caratteristiche di certezza della pena e sicurezza di espulsione per chi viene a delinquere nel nostro paese.
Inoltre in questo momento così delicato il Governo deve aumentare, e non diminuire, gli strumenti e le risorse a disposizione delle forze dell'ordine, affinchè si continui a garantire la sicurezza dei cittadini.
Siamo tutti d'accordo che rimane importante la crescita economica del nostro paese, ma non ostacolate per questo,il duro lavoro delle nostre forze di Polizia

Andrea Simone Lerussi ha detto...

Il tema della sicurezza è un tema molto importante e difficile da trattare. E' un tema attuale, per i tragici fatti di Roma, ma non nuovo; è un problema che c'è da diverso tempo in Italia (ad esempio gli zingari da quando sono nato nel 1984 ci sono sempre stati). Non si può però parlare di sicurezza senza trattare il tema dell'Unione Europea. Bisogna ricordare che la Romania è entrata in Unione Europea e per questo i suoi cittadini sono soggetti, come noi italiani, al principio della libera circolazione all'interno del territorio europeo. Questa libertà, comunque, non è assoluta poichè il Trattato prevede che gli spostamenti, oltre a motivi turistici e di studio, si possano effettuare per periodi "lunghi" solo se ci si può mantenere economicamente. Questa regola nasce dal principio che nessuno può vivere sulle spalle di uno stato che non è il suo di appartenenza (vedi servizi sociali).
Detto questo non si può pensare che radendo al suolo le baracche degli stranieri sotto i ponti di Roma, si risolva il problema, anzi, si rischia di rompere il già precario equilibrio che si era creato. La gente, anche se gli distruggi la baracca dove vive, non è che sparisce, semplicemente si sposta altrove.
Detto questo credo che le misure contentue nel Decreto Legge, vadano nella giusta direzione, cioè quella di consentire ai Prefetti, in particolari circostanze, di procedere all'immediata espulsione del cittadino straniero che commette un reato in Italia o è potenzialmente pericoloso.
Non sottovalutiamo poi l'effetto distorsivo che hanno avuto i media in circostanze analoghe dove si stracciavano le vesti solo perchè ad essere responsabile era un cittadino straniero.. Io ritengo molto più grave quello che è successo a Cogne di quello che è successo a Roma.. Sempre che si possa fare una scala di "gravità" per questi delitti..

Luca Galvanini ha detto...

Simone in linea generale condivido il tuo pensiero. La soluzione al problema non può limitarsi allo sgombero dei campi abusivi, tuttavia ritengo che per evitare episodi come quello di Roma occorra creare delle condizioni di vivibilità che non siano in contrasto con le regole del nostro Paese.

Premesso ciò, in un momento in cui si sta costruendo l'Europa e stiamo accogliendo nel nostro Paese cittadini provenienti da altre nazioni, non possiamo non perseguire una politica di legalità che preveda una concreta applicazione delle nostre leggi.

Nello specifico, il caso degli zingari poteva essere tollerato, in un momento particolare, come situazione temporanea (ricordiamo il decreto Prodi del 1996 con cui si accoglievano centinaia di zingari dalla ex-jugoslavia), ma oggi è giunto il momento di provvedere a una sistemazione di queste genti. Hanno usufruito dei diritti presenti nel nostro Paese ed è giunto il momento di pretendere i doveri richiesti a qualsiasi altro cittadino.

Integrazione significa offrire i mezzi per permettere di costruirsi una vita in linea coi valori previsti dalla nostra Costituzione.

Anonimo ha detto...

Visto allora che parliamo di principi dell' Unione Europea, tutti sapremo che la libera circolazione delle persone può essere limitata per motivi di ordine pubblico e sicurezza........e gli zingari quindi....cosa ci fanno ancora qui?!?