sabato 22 settembre 2007

La Regione che sogniamo

di Fabrizio Anzolini
Per molti il Friuli – Venezia Giulia non è che una regione di confine, l’ultimo lembo di terra italiana prima dell’Austria, della Slovenia, della Croazia. Per altri, invece, il Friuli – Venezia Giulia è la terra del prosciutto di San Daniele e dei coltelli di Maniago, la terra delle Alpi Carniche e delle spiagge sull’Adriatico, la terra delle fabbriche di Manzano e dei cantieri di Monfalcone, la terra delle grappe e, perché no, anche la terra del caffè di Trieste.
Per noi, invece, il Friuli – Venezia Giulia è la terra dove viviamo, la terra dove siamo nati, la terra che amiamo. Da questa Regione vengono i nostri nonni e i nostri padri, qui hanno deciso di trasferirsi i nostri genitori, qui cresceremo i nostri figli. Per questi motivi, per questo attaccamento, ci sta a cuore il futuro della nostra Regione, ci interessiamo e vogliamo contribuire al dibattito sulle scelte che verranno fatte.
La nostra terra sta attraversando una fase di repentini cambiamenti in tutti i campi, dall’economia alla composizione demografica. A partire dagli anni ’90 le nostre fabbriche e le nostre industrie hanno passato un periodo di crisi e difficoltà. Un periodo che ha lasciato segni indelebili tra tutti i piccoli imprenditori che hanno intrapreso una strada e non sono riusciti a portarla a termine, tra tutti i grandi industriali costretti ad adeguarsi al mercato globale e ad aprire stabilimenti all’estero.
La Regione che sogniamo è una Regione in grado di venire incontro alle esigenze di questi piccoli imprenditori, una Regione che si batte per una fiscalità di vantaggio” in grado di renderci competitivi con tutti i paesi confinanti. In Austria la tassazione che colpisce le imprese è molto più bassa e in Croazia ci sono molte facilitazioni burocratiche per chi vuole investire. Con l’entrata della Slovenia in Europa, inoltre, molto presto saranno stanziati contributi a fondo perso che potranno arrivare fino al 50% dell’investimento fatto oltreconfine.
Con queste realtà dovremo fare i conti, a questa realtà dobbiamo preparare la nostra piccola e media impresa. Per questi motivi è necessario ridurre, il prima possibile e il più possibile, l’imposizione fiscale sulle imprese della nostra terra. La Regione che sogniamo dovrà fare i conti con la burocrazia. In un momento come quello che stiamo attraversando, in un periodo in cui i cittadini sono sempre più lontani dalla politica che impone tasse ma non si priva dei suoi privilegi, da una politica sempre più distante dai reali bisogni della gente, il Friuli – Venezia Giulia del futuro saprà agevolare le fusioni fra i comuni più piccoli cercando di renderli più efficienti e dimezzando, così, le cariche elettive e i loro costi. Gli assessori regionali da 10 passeranno ad 8 e i consiglieri regionali si diminuiranno gli stipendi almeno del 10% accordandosi per mettere un limite ai loro mandati, per evitare che la stessa persona ricopra la stessa carica per più di dieci anni e per agevolare il ricambio generazionale anche in politica.
Ma la Regione che vogliamo non è fatta solo di industrie e burocrazia. La Regione in cui viviamo è composta , in gran parte, da tutte quelle persone che si alzano alle cinque, alle sei o alle sette di mattina per andare a lavorare. Anche a loro, soprattutto a loro, speriamo pensi la futura classe dirigente. A chi non può permettersi le rette dell’asilo nido per i figli; a chi è costretto ad andare a lavorare sempre in ritardo perché la nostra rete ferroviaria raggiunge gli standard europei solo per i prezzi dei biglietti; a chi non riesce a raggiungere il posto di lavoro in macchina perché parcheggiare la propria auto è sempre più costoso.
La Regione che sogniamo è una Regione che si concentra sulle grandi strategie ma che è conscia di non poter permettersi di allontanarsi dai suoi cittadini, dal vero motore della sua macchina lavorativa. La Regione che vogliamo dovrà elevare al centro della sua azione il cittadino medio, quello di cui abbiamo appena parlato, quello che solitamente è il più ligio a pagare le tasse, quello per cui un treno puntuale, un parcheggio gratuito per andare a lavorare, un autostrada più sicura e più veloce, non sono poca cosa.
Il Friuli – Venezia Giulia di domani penserà diversamente ai suoi giovani. Amplierà la necessità di una rappresentanza giovanile a livello istituzionale ma si concentrerà di più sulle esigenze concrete dei giovani. Organizzerà momenti d’incontro tra le sue aziende e i suoi ragazzi per facilitare chi è alla ricerca di un impiego, realizzerà politiche per la famiglia in grado di aiutare più concretamente le famiglie giovani, cercherà di agevolare in ogni modo i ragazzi alla ricerca di una propria autonomia.
La Regione che sogniamo avrà ancora più a cuore il turismo e la cultura. Saprà continuare ad attrarre per le sue spiagge e per i suoi monti ma investirà ancora di più sulle sue città organizzando grandi eventi culturali in grado di attirare un pubblico vastissimo e non solo un pubblico d’élite. Come a Ferrara, come a Brescia, come a Treviso, così anche nelle nostre bellissime città arriveranno le mostre dei Matisse, dei Van Gogh e di tutti i grandi pittori. E a fianco a tutto questo il Friuli Doc, la festa di San Daniele, la Barcolana. Tutto quello che ricorda la nostra tradizione popolare, le nostre origini e il nostro modo di essere. Senza alcun senso d’inferiorità per chi crede che filosofia, arte moderna e multiculturalismo debbano per forza essere superiori ma con l’orgoglio di sentirsi un Popolo.
Ma il Friuli – Venezia Giulia non potrà essere solo tradizione. La nostra Regione dovrà preservare il Friulano e insegnarlo ai nostri figli, ma dovrà anche guardare al futuro, investire di più negli scambi interculturali tra studenti, favorire e agevolare lo studio delle lingue straniere, rafforzare ad ogni costo il ruolo delle sue Università, garantire a tutte le aziende la possibilità di accedere a internet ad alta velocità. E penserà all’ambiente, magari ricoprendo di panelli solari la maggior parte degli edifici pubblici ma senza fermarsi di fronte alla possibilità di avere una ferrovia ad alta velocità, un’autostrada più grande, un rigassificatore a garantirle più gas e più efficienza.
La Regione che vogliamo avrà una politica nuova, un uomo nuovo.
Un nuovo corso.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Presidente,
il tuo è un quadretto molto bello....io avrei però usato più spesso come inizio frase "La regione che SOGNAMO dovrebbe....", ma probabilmente è il mio classico pessimismo che parla!

E' difficile avvicinare i friulani alle novità e ancora di più sradicare i "non più giovani" dalle "ragnatele".

Niccolò Picotti

Anonimo ha detto...

Belle parole! L'articolo è davvero interessante.
Sono convinto,però, che la nostra regione ha una marcia in più delle altre,forse preservata dalla posizione, forse dalla gente che ha sempre saputo rialzarsi da situazioni critiche, e che non ha mai chiesto niente a nessuno, ha solo e sempre dato! penso che l'imprenditoria di questa regione non si lamenti della gestione regionale, ma di come lo stato non permetta a questa regione di dimostrare tutte le potenzialità che possiede.Perchè confrontarci con
le tassazioni che vengono applicate agli austriaci , che si imbattono nel mondo dell'imprenditoria, sono completamente diverse e hanno dei regimi di deducibilità e detraibilità che sono studiati in modo molto differente dal nostro; considerando il rapporto tra deduzione e detrazione , la nostra situazione è nettamente migliore, infatti per tale motivo molti imprenditori carinziani hanno delocalizzato in friuli venezia giulia proprio per evitare di imbattersi nelle onerose richieste a loro imposte.
Forse non va così male!
Marco

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente tutto quello che hai scritto Fabrizio, perchè è da una vita che mi batto per questi scopi con ideali che rasentano una forma di fede, tanto da farne una ragione di vita, anche se il più delle volte so di aver combattuto e combatto tuttora contro i mulini a vento. Come ho avuto modo di esprimermi con te, è ai giovani che dobbiamo guardare con speranza e fiducia, dando loro validi esempi, spronadoli ad avere coraggio, ad andare contro corrente, a non farsi ammagliare da falsi miraggi. Bisogna credere, avere ideali, avere questa fede sociale politica che ti entra nel sangue, perchè altro non è che una fede quella che da la forza di combattere ai suoi martiri e ai suoi credenti. La società che io sogno, e il mio sogno comincia ad essere condiviso da tanti e sempre di più, è ben descritta nel programma del nostro nuovo partito Unione Confederale Regionale, che non è un programma limitato a far bella mostra, bensì si basa su una nuova filosofia di pensiero, su una nuova forma di sistema sociale dove la politica deve essere fatta per la gente. Il concetto filosofico, ideale, politico e amministrativo del Partito Unione Confederale Regionale si definisce politicamente, socialmente e giuridicamente “LA TERZA VIA”, che altro non è che un nuovo sistema sociale e civile, che garantisca la realizzazione di una Confederazione Regionale costituita dalle Regioni Nazioni Confederate tra loro, autodeterminate e amministrate con sistemi di autogoverno “social-popolare, democratico, repubblicano” che attraverso l’impegno consapevole e responsabile di tutte le forze sociali e del lavoro, rese protagoniste del loro avvenire, realizzino così un sistema sociale equo e di vera e autentica democrazia nella Confederazione Regionale Italiana. Una società socialmente equilibrata dove pace, equità sociale, giustizia, ordine, sicurezza, progresso, serenità e benessere siano il nostro ideale di vita. Il Partito Unione Confederale Regionale propugna e si impegna per una innovazione tecnologica a misura d’uomo, che guardi sì al futuro, ma che non snaturi il nostro modo di vivere. Innovazione e sviluppo che garantiscano alla gioventù, pilastro del domani, occupazione e lavoro per un sereno e sicuro avvenire. Nella visione di una società più equa e giusta il Partito Unione Confederale Regionale si batte anche per la difesa e tutela dell’ambiente con la sensibilizzazione sociale al rispetto all’uso dell’ambiente e delle risorse naturali come bene di tutta l’umanità.

Bruno Peres Segretario del Partito Unione Confederale Regionale
www.unioneconfederaleregionale.it

Anonimo ha detto...

sono completamente d'accordo con te Simone!!! Andrea

Luca Galvanini ha detto...

Ritengo che la scelta di un imprenditore come candidato alla Presidenza della Regione non debba essere un'esclusiva del centro-sinistra.

Anzi, ricordando il 2003 in cui c'è stata una grossa delusione dell'elettorato di centro-destra a causa di una candidata imposta da Roma, mi sembra la cosa più ovvia la scelta di un candidato che provenga dalla società civile.

Indubbiamente l'elettorato di centro-destra preferisce un imprenditore rispetto a un politico.

Anonimo ha detto...

Bravi ragazzi, un articolo da apprezzare per la forma e soprattutto per i contenuti! Bello soprattutto il passaggio sulla burocrazia (i comuni da unire) e sugli eventi culturali di massa.
Avanti così!

Giovanni L.

Anonimo ha detto...

Penso invece che "ognuno debba fare il suo"...che gli imprenditori facciano gli imprenditori e i politici, se ancora ce ne sono, facciano i politici!

Solo dalle più grandi sconfitte si possono costruire le più grandi vittorie...non so voi, ma io penso che da qualche anno a questa parte la politica è "sconfitta"......è ora di un nuovo corso! :D

Borioni Gabriele ha detto...

La regione che vogliamo e desideriamo (leggi sogniamo) è proprio questa,dove nessuno viene dimenticato dalla realtà in cui vive.
Non importa chi, Signori,gli obiettivi, che sono nelle parole di Fabrizio, sono ben in mente a tutti e senza dimenticare indietro niente e nessuno si può costruire un Friuli Venezia Giulia migliore,perchè ha ragione Marco: Qua non si stà poi cosi male.
Dobbiamo però incominciare già a pensare fin da ora che non si possono fare passi indietro o passi sbagliati in avanti, seguendo le realtà di altre città,province e regioni dove la sicurezza e la legalità sono messe a dura prova ogni giorno con fatti sconcertanti,dove il potere corrotto influenza decisioni che non fanno crescere la propria realtà,e i giovani sono abbandonati a loro stessi.
Se leggete il Messaggero del Friuli,ultimamente, cosa vedete?dove stiamo andando?La zona della stazione,il caso delle tangenti o dei lavori promessi in cambio di voti,violenza, omicidi..Udine e..OMICIDI????????
Le scelte sono da fare oggi e NOI parte civile,giovani,cittadini,con le nostre idee,speranze,e con gli obiettivi, possiamo contribuire a fare in modo che le cose possano andare meglio e che i passi falsi siano evitati.
Io aggiungo che la regione che sogneremo sarà quella descritta perfettamente da Fabrizio ma quella che sogniamo ora,per cominciare, è quella che non si trasforma in una realtà diversa da come la conosciamo.

Anonimo ha detto...

ciao a tutti ragazzi!
voglio complimentarmi con tutti coloro che sono intervenuti per la competenza e l'impegno che si riscontra in ogni articolo e per rinnovare la mia stima verso ognuno di voi. spero di poter aggiungere presto qualcosa di interessante anch'io, nel mio piccolo, per contribuire alla nostra causa! il blog è davvero bello ed interessante e mi pare stia riscuotendo un ottimo successo! continuate così, a presto!
Andrea Dondè

Anonimo ha detto...

A mirare in alto si rischia che la lepre ci scappi sotto i piedi. Infatti siamo tutti presi dalle sparate di Beppe Grillo che infiamma l’antipolitica verso le alte sfere parlamentari, che le magagne di casa nostra, qui in regione non le vediamo. Siamo governati da affaristi, talvolta di basso profilo, che nella complicità di tutti sia chi è a favore o chi è contro, si scambiano favori, posti di potere, dirigenze profumatamente remunerate, appalti corposi e così via. Come se tutto ciò non bastasse a far venire il voltastomaco alla gente onesta, ora in Friuli stanno venendo a galla, vuoi per denunce sottoscritte o anonime, molte anomalie del mal costume politico amministrativo. Il caso lottizzazioni a Lignano, il caso concorsi in provincia a Pordenone, il caso Strassoldo e prima di lui di Venier ex presidente della provincia (vedi sfalcio strade e pulizia fossi) e chissà quanti altri casi verranno fuori, perché di casi sicuramente ce né sono in moltissimi comuni. Amministratori comunali che variano i piani regolatori a proprio piacimento per sviluppare speculazioni edilizie, piani regolatori che a dir poco sono cointeressanti con diversi amministratori. Dunque l’interesse personale diretto o indiretto c’è anche nelle piccole realtà locali e su fin ai palazzi di Roma. La tristezza che emerge quando vengono alla luce certe vicende è più forte se a commettere le malefatte sono personaggi politici, non che per forza hai votato, ma nei quali hai posto la speranza di vedere amministrata la cosa pubblica con più serietà e onestà.
Strassoldo come persona non posso giudicarlo, ma come amministratore non si può dire che si può definire onestà politica quella che il presidente della Provincia ha applicato per garantirsi un supporto elettorale, contrattando con il faccendiere Italo Tavoschi, che corse nel Movimento Friuli, un posto di dirigente pagato profumatamente. Qualcuno potrà pensare e dire che in politica è normale barattare posti di lavoro, dignità e onore con il potere. D'altronde i politici si sa sono costantemente pressati dalle richieste di favoritismi di tantissimi cittadini, ma da qui a pensare che siano vittime delle vessazioni della gente ce ne vuole parecchio. Il malcostume lo hanno creato i politici nel tempo. Questo però nulla toglie al fatto che un comportamento così è perseguibile.
Ora c’è da chiedersi se ancora quest’uomo può continuare a governare la provincia dopo quello che è stato portato alla luce del sole. Io dico assolutamente di no! Marzio Strassoldo ha tradito quel detto del: furlan salt, onest e lavorador, ha tradito chi ha creduto in lui per un rilancio della provincia, ha tradito la friulanità e la dignità di questa terra. Se è uomo di coraggio e d’onore deve dimettersi, anche se questo costerà ritornare la voto. Non vorranno che si dimetta coloro che fanno parte dei partiti che lo sostengono e compongono la maggioranza che pur di restare incollati al potere farebbero carte false, anche se ipocritamente sono pronti a crocefiggere il “reo”.
Quello che più disgusta il cittadino non è il fatto che Strassoldo, come altri del resto, abbia chiesto un supporto di voti, è normale chiedere di essere votato, non è normale comprare i voti con la promessa scritta di un posto da dirigente sontuosamente pagato con i soldi dei contribuenti. Se Strassoldo avesse promesso a Tavoschi in cambio dei voti di assumerlo come giardiniere in casa propria per tre anni, anche lautamente remunerato e pagandolo con soldi di tasca proprie non ci sarebbe nulla da dire, ma che i voti vengano pagati con i sudori dei cittadini assolutamente NO!
E’ necessario cambiare il sistema di fare politica e di amministrare. Caro presidente Marzio Strassoldo ritirati con saggezza a vita privata, che politicamente per te non c’è più futuro i friulani saran sotans, saran coiòns, ma no son dal dut stupis.

Bruno Peres Segretario PartitoUnione Confederale Regionale
www.unioneconfederaleregionale.it

Anonimo ha detto...

A UDINE SABATO 6 OTTOBRE ORE 10,00
si terrà manifestazione regionale di protesta popolare contro il malcostume amministrativo politico. Cittadini ora basta!!! Protestiamo contro la mala politica e la mala amministrazione generalizzata come il caso scandalistico del presidente della Provincia di Udine Marzio Strassoldo, i casi di Lignano e molti altri. La manifestazione di protesta popolare si rivolgerà anche contro l’inefficienza dei partiti incapaci di trovare soluzioni concrete al continuo rincaro dei prezzi di ogni genere soprattutto dei generi alimentari, contro dell’insicurezza sociale e la microcriminalità, la disoccupazione, la perdita del potere d’acquisto delle paghe, delle pensioni ma soprattutto a difesa dell’occupazione e per il futuro dei giovani. La manifestazione di protesta, alla quale sono stati invitati a partecipare anche alcuni movimenti e associazioni culturali friulaniste oltre che i gruppi giovanili e studenteschi si terrà sabato 6 ottobre alle ore 10,00 in via Piave a Udine davanti al palazzo del Governo sede della Prefettura dove sarà consegnato al prefetto un simbolico reclamo contro la mala politica, il corteo dei manifestanti poi si porterà in piazza patriarcato davanti al palazzo Belgrado sede della Provincia di Udine dove i manifestanti dimostreranno il loro sdegno contro il malcostume politico dilagante. Tutti i cittadini di ogni età e ceto sociale sono invitati alla manifestazione di protesta per dimostrare il proprio sdegno e rabbia contro questo sistema partitico fatiscente e delirante.


OGNI RIVOLUZIONE PRENDE VITA DAL PENSIERO, PRENDE CORPO DALLE PAROLE, MA PERCHÉ DIVENTI UN’OPERA COMPIUTA È NECESSARIO PASSANDO DALLE PAROLE AI FATTI. QUANDO UNA PERSONA SI RENDE CONTO CHE LE COSE NON VANNO SOCIALMENTE NEL VERSO GIUSTO E HA LA CAPACITÀ DI CAMBIARLE, È SUA RESPONSABILITÀ E DOVERE AGIRE CON VOLONTÀ E DETERMINAZIONE PER CAMBIARE LE COSE.


ANCHE TU CON IL TUO SILENZIO, IL TUO DISINTERESSE, IL TUO NON VOLER VEDERE COME STANNO REALMENTE LE COSE,
SEI RESPONSABILE DI TUTTO QUESTO DISORDINE.
ABBI FIDUCIA IN TE STESSO E TROVA IL CORAGGIO E L’ORGOGLIO DI RADRIZZARE LA TESTA, ALZA LA VOCE E COMBATTI PER UNA SOCIETA’ PIU’ GIUSTA DOVE TU ASSIEME AGLI ALTRI
SEI IL VERO PROTAGONISTA.

PartitoUnione Confederale Regionale
www.unioneconfederaleregionale.it

Anonimo ha detto...

Bruno mole il bevi!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Forse percè che tu ses tu un etilist tu disis a chei altris di molà el bevi, ma dilu a un astemio aiè une barsalete. E son le persones come te che tegnin impins i delinques politics, son chei come te prons simpri a criticà, ma che no an el coragjo ne di firmasi, ne tant mancul di fa alc par cambià les robes, son chei come te che son i vers responsabi di cè che al sta sucedint. Di ben che ses in pos.

Anonimo ha detto...

RINASCI FRIULI!!!!! Una nuova classe dirigente, ecco cosa ci vorrebbe!!!!!!! MAndi!

Anonimo ha detto...

oih