venerdì 29 giugno 2007

Lettera aperta alla classe dirigente della CDL

di Fabrizio Anzolini

Finalmente, ieri, qualcosa è cambiato. Non sapremo, ancora per un po’, quale sarà la portata diquesto cambiamento e quali conseguenze avrà, ma la discesa in campo di Walter Veltroni a capo del Partito Democratico è destinata a segnare il corso della politica italiana o almeno quello della politica di questi ultimi anni. La risposta del Centrosinistra alla presunta crisi della politica, ai sondaggi sulla sfiducia nelle istituzioni e nei partiti, al progressivo allontanamento degli apparati dalla gente, è stata chiara: un uomo nuovo per voltare pagina, una politica nuova (quella delineata ieri al Lingotto di Torino) per guardare al futuro e parlare alla società.
Non sapremo mai quanto questa scelta sia stata imposta dalla situazione (le recenti sconfitte alle amministrative e le varie intercettazioni che avevano messo sotto accusa la classe dirigente del Pd) o sia stata veramente voluta ma quello che ci troviamo di fronte è un vero e proprio “colpo di reni” in grado di ribaltare la situazione e far cadere nel dimenticatoio scandali e pesanti finanziarie.
Quello che più ci preoccupa, però, sarà la reazionedei partiti moderati della Cdl che rischiano di mettere a nudo tutte le loro divisioni e la loro impreparazione di fronte alla sfida per il rinnovamento lanciata dall’altro schieramento.
Il processo innescato ieri consegna le chiavi del Partito Democratico a un uomo che ne vuole cambiare il volto e le politiche facendosi portatore di istanze rinnovatrici e progressiste mentre il Centrodestra, dal canto suo, era sicuro di uscire vincitore sia da una crisi che portasse a un governo istituzionale sia in caso di elezioni anticipate.
Non era mai stata considerata seriamente l’ipotesi che la nomenklatura di Ds e Margherita potesse fare un passo indietro e affidarsi al più popolare dei suoi uomini pur di tornare in testa nei sondaggi.
Tutto ciò, inoltre, sembra rispecchiare chiaramente la situazione del Friuli Venezia Giulia. Anche qui il Centrodestra avrebbe l’opportunità di gareggiare alla pari, se non addirittura di vincere (come mostrano i risultati delle politiche del 2006 e quelli delle ultime amministrative), ma si lascia consumare da innumerevoli divisioni e continua la corsa a “bruciare” qualsiasi candidato che riscuota buone possibilità e l’affetto della gente.
Mentre la “generazione Veltroni” avanza (sembra che l’unico possibile sfidante alla carica di segretario del Pd sia il giovane Enrico Letta) il Centrodestra pensa alla contromossa puntando, speriamo, al ricambio generazionale, a politiche liberali e riformiste, alla stesura di un programma condiviso con la base, ad aprire di nuovo il dibattito sulle primarie, uno strumento atto a ricompattarlo e a riavvicinarlo ai suoi elettori. Dimenticando il 2003, le rivendicazioni e i personalismi. O forse no?

lunedì 25 giugno 2007

Parlano di noi

Raccogliamo, di seguito, gli articoli apparsi sulla stampa che parlano di Nuovo Corso. Puoi cliccare sull'immagine per ingrandirla.

Messaggero Veneto, 30 maggio 2008
Messaggero Veneto, 1 marzo 2008
il Friuli, 8 febbraio 2008
il Friuli, 26 ottobre 2007
Messaggero Veneto, 29 agosto 2007 1/2
2/2
Messaggero Veneto, 27 agosto 2007
Messaggero Veneto, 24 agosto 2007
Messaggero Veneto, 23 agosto 2007
Messaggero Veneto, 29 luglio 2007 Messagero Veneto, 11 maggio 2007
Messaggero Veneto, 29 marzo 2007 1/2 2/2 Messagger Veneto, 1 febbraio 2007 1/2 2/2 Messaggero Veneto, maggio 2006

domenica 24 giugno 2007

Manifesto di Nuovo Corso

Tony Blair, Primo Ministro inglese dal 1997, ha iniziato il suo lungo mandato all’età di 43 anni. L’attuale leader dell’opposizione, il futuro candidato premier conservatore David Cameron, ha 41 anni. Negli Stati Uniti da qualche settimana è cominciata la campagna per scegliere il futuro candidato alle elezioni presidenziali del 2008; i due principali pretendenti democratici sono Hillary Clinton, per la prima volta una donna ha serie probabilità di vincere le primarie,e il giovane senatore di colore Barak Obama. José Luis Rodríguez Zapatero, l’attuale Presidente del Governo spagnolo, è stato eletto all’età di 44 anni mentre il primato per il Primo Ministro più giovane, almeno per quanto riguarda il Vecchio Continente, spetta alla Repubblica Ceca (Stanislav Gross fu eletto a 35 anni).
In Italia, invece, si è da poco conclusa una crisi di governo in cui hanno fatto da ago della bilancia gli ultraottantenni senatori a vita e il nostro ottantunenne Presidente della Repubblica. Tutto ciò a pochi mesi dalle ultime elezioni politiche in cui si sono confrontati Silvio Berlusconi e Romano Prodi, gli stessi due leader che si erano contesi la premiership dieci anni prima, nelle lontane elezioni del 1996.
Lo scenario è preoccupante; ancor più per chi crede che sia ancora possibile e necessario cambiare la politica italiana e rinnovare l’attuale classe dirigente. La “questione anagrafica” è sotto gli occhi di tutti e non perché si consideri poco importante il bagaglio di esperienza di chi ha costruito l’Italia di oggi ma per motivi più pratici e concreti: una classe dirigente troppo vecchia rischia di essere meno adatta a “gestire” e interpretare i rapidi processi di cambiamento della società contemporanea, meno capace di adattarsi alle nuove tecnologie e soprattutto meno coinvolta dai problemi del futuro, dai problemi che saranno dei figli dei giovani d’oggi.
In Friuli Venezia Giulia è appena stata approvata dal Consiglio Regionale la nuova legge elettorale con qualche attenzione alle “quote rosa” ma nessuna alla “questione anagrafica”. Ai Consiglieri Regionali, invece, si è voluto concedere anche la possibilità di essere eletti per tre mandati; icittadini rischiano di essere rappresentati dalle stesse persone per 15 anni di seguito.
Lo stesso Centrosinistra, però, annovera far le sue fila i 2 consiglieri regionali più giovani, il più giovane consigliere provinciale di Udine, il più giovane consigliere di Trieste e il più giovane segretario provinciale di partito.
Le emergenze politiche all’ordine del giorno, dalla riforma del sistema pensionistico e del welfare alle politiche ambientali ed energetiche, riguardano prima di tutto il futuro delle generazioni a venire ed è normale che in questi campi l’impegno di una classe dirigente meno vecchia sarebbe sicuramente superiore. Per chi ha cominciato a lavorare da pochi anni e per chi è appena entrato nel mondo del lavoro i tassi di rimpiazzo (ovvero il rapporto tra prima prestazione pensionistica e ultimo salario) delle generazioni che vanno in pensione ora saranno irraggiungibili, sembra che la pensione pubblica offrirà un rimpiazzo del reddito da lavoro del 35-40 per cento nei casi migliori, contro l’attuale 65-70 per cento.
Scelte decisive, come quelle sui rigassificatori e sulla politica energetica del nostro paese e della nostra regione, potrebbero cambiare radicalmente il nostro futuro prospettando scenari più o meno limpidi di fronte a noi. Lo stesso, ovviamente, vale per le scelte che riguardano il problema delle convivenze legittime e delle convivenze fra persone dello stesso sesso, tutte scelte che, seppur riguardino solo una piccola parte della popolazione, potrebbero cambiare il volto della società italiana dei prossimi anni. Allo stato attuale delle cose pare che i partiti più moderati e liberali dell’arco istituzionale frenino la formazione della nuova classe dirigente invece di agevolarla e aiutarla a crescere.
Com’è possibile che un paese ricco di risorse professionali, imprenditoriali, politiche e creative sia così frenato nelle sue potenzialità di sviluppo? Perché i partiti moderati e liberali non vogliono scommettere su forze più giovani e sulle nuove leve? Il ricambio generazionale è qualcosa d’intrinseco e di genetico per qualsiasi sistema politico. Agevolandolo, però, si permetterebbe la costituzione di una classe dirigente più responsabile e preparata. Cercando di rinviarlo si rischia solo di allontanare la gente dalla politica o di andare incontro a forti rotture con il passato come quelle dei primi anni novanta.

sabato 23 giugno 2007

Benvenuto

Benvenuto nel blog dell' Associazione politico-culturale Nuovo Corso.
Abbiamo deciso di aprire questo blog per permettere a tutti coloro che ci sostengono di comunicarci idee, riflessioni e consigli sulla nostra attività.
Con questo utile strumento speriamo di poter interagire, in modo efficace, contando sulla partecipazione degli amici che condividono i nostri valori e intendono collaborare attivamente con noi.
Nuovo Corso si propone di avvicinare i giovani, e i meno giovani, all'interesse per la Società e per la Politica, attraverso il passaggio obbligato della "formazione".
Organizzando conferenze seguite da momenti di dibattito, ci proponiamo di creare spazi di informazione e, allo stesso tempo, di riflessione.
Riteniamo fondamentale che sia compito di ogni generazione stabilire i valori e le regole da porre alla base della convivenza civile.
Proprio per questo è indispensabile creare le condizioni per un ricambio generazionale che favorisca una società moderna e al passo coi tempi.