Ieri sera il Senato della Repubblica ha negato la fiducia al Governo con 161 voti contrari e 156 sì. La stagione dell'Unione e di Romano Prodi è finita. Dopo l'ostinazione, la disfatta.
venerdì 25 gennaio 2008
mercoledì 23 gennaio 2008
Dove andremo a finire?
16 gennaio 2008, Mastella accusato di concussione.
Era questa la notizia che compariva su tutti i giornali “on line” e su quelli televisivi mercoledì scorso. Secondo l’art 317 del codice penale si ha concussione quando “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità…”. Senza entrare nel merito di un caso di cui non si hanno ancora prove certe e su cui è assai difficile dare un giudizio ponderato, vorrei ripercorrere alcuni fatti che stanno caratterizzando le ultime ore.
La tempesta che si è recentemente abbattuta sulla politica non offre elementi innovativi, ad eccezione di una particolare ironia della sorte, più o meno drammatica. Partiamo dal momento in cui il Ministro della Giustizia è stato accusato di un reato, in concomitanza con la moglie, sino ad arrivare ai fatti dell’ultima ora che vedono molto probabile una crisi del governo Prodi. Abbiamo tutti seguito con particolare emozione le varie accuse indirizzate all’UDEUR: è tutto vero oppure è solo una montatura? Il Ministro della Giustizia che viene accusato di un reato? Vuoi che il destino abbia una così sottile ironia? Vuoi che proprio chi avrebbe dovuto annunciare i provvedimenti per accorciare i tempi del processo, venga invece “intubato” in un’indagine preliminare lunga e tormetata? La reazione dei colleghi è stata altrettanto clamorosa. Si sono lasciati andare ad un applauso di solidarietà...
La Litizzetto ha simpaticamente detto: “..gli applausi li faccio al mio cane quando alle undici e mezzo di sera fa subito i suoi bisogni, non ad un Ministro della Repubblica indagato dai magistrati”. Nonostante la “solidarietà” il Ministro della Giustizia ha deciso di abbandonare la carica e, dopo qualche tira e molla con il premier, ha confermato la sua intenzione, rincuorando gli alleati con un “appoggio esterno” dell’Udeur al governo. Passate 48 ore un altro colpo di scena. Mastella esce dalla maggioranza e dall’Unione definendo conclusa l’esperienza col Centrosinistra al governo. Le prime dichiarazioni riguardavano la “poca solidarietà degli alleati” oppure le “intercettazioni telefoniche a danno di tutta la sua famiglia”. Evidentemente il caso in questione è “un groppo in gola che non va giù” più importante della propria poltrona, più importante della stabilità di governo, più importante dell’interesse del Paese.
Ieri, 22 gennaio, c’è stato il discorso di Prodi alla Camera. Il Professore, nonostante il consiglio di alcuni colleghi di dimettersi immediatamente, ha tentato di resuscitare e rinvigorire il cuore della “maggioranza” con possibili strategie di gioco. Il risultato più probabile, però, sarà quello di una caduta del governo e l’annuncio di nuove elezioni senza passare per il referedum sul sistema elettorale (ormai già “cosa vecchia”). Aspettando il voto al Senato c’è anche chi, in tutto questo caos e di fronte a queste vicende giudiziarie, prende l’On. Mastella per mano e lo invita a partecipare, in futuro, alla nostra coalizione.
lunedì 21 gennaio 2008
Abbiamo l’Italia nel cuore e non ci fermeremo
Purtroppo, però, questo non è potuto accadere per colpa di una minoranza inferocita di studenti che nel nome di un falso concetto di laicità ha rifiutato ogni dialogo e ogni confronto, ha festeggiato per la rinuncia del Santo Padre. Una vergogna per lo Stato Italiano, una figuraccia che si può riassumere nelle parole di Ezio Mauro su Repubblica, un giornale spesso molto duro con il Vaticano: “il Papa, che è anche Vescovo di Roma, non può parlare all’Università della sua città, in questa Italia mediocre del 2008”.
Quello che colpisce, di questa brutta vicenda, non è certo il fatto che ci siano delle persone che non condividono o si oppongono al pensiero del Santo Pontefice, ma la censura e la mancanza di libertà di pensiero di una delle principali università italiane. La Chiesa ha il diritto (che per i laici cattolici è un dovere) di testimoniare la sua dottrina su qualsiasi materia. I cittadini hanno il diritto di condividere o dissentire. Lo Stato ha il dovere di garantire la libertà di espressione e il diritto alla parola.
In questa storia non ha vinto, come alcuni credono, la laicità dello Stato ma, riprendendo Ernesto Galli della Loggia, una “caricatura della laicità” indegna di un paese moderno e progredito come il nostro. Quello di cui non ci rendiamo conto è che il rispetto e l’amore per le nostre radici, per la nostra tradizione, per la nostra storia e per la nostra identità troppo spesso vengono meno.
A questo dobbiamo porre rimedio, contro questa deriva dobbiamo combattere. Abbiamo l’Italia nel cuore e non ci fermeremo.
sabato 12 gennaio 2008
Nuovo anno, Nuova Regione
domenica 6 gennaio 2008
Il coraggio di rispondere e di mostrarsi forti
di Niccolò Picotti
Come avete potuto leggere dai giornali degli ultimi giorni, gli organizzatori della Dakar (una volta chiamata Parigi-Dakar, ora solo Dakar visto che non si parte più dalla capitale francese) hanno deciso di annullare la gara del 2008, precisamente la 30esima edizione. La gara sarebbe dovuta partire sabato 5 gennaio dal Portogallo e prevedeva un percorso totale di oltre 9200 km. A mio giudizio ci ritroviamo di fronte all’ennesimo dato allarmante che ci deve per forza far riflettere. Attraverso l’annullamento di una delle gare più famose al mondo, nonché tra le più seguite, si è confermata l’idea che per ottenere qualcosa basta porre delle minacce; si è mostrata un’altra volta la debolezza e la paura occidentale. Noi occidentali stiamo diventando schiavi di questo timore che ci logora e che ci perseguita sempre più spesso. Senza entrare nella critica della gara (che da sempre è considerata un “pugno in un occhio all’ambiente”, ma anche una gara molto pericolosa che conta 25 vittime tra i partecipanti e molte di più tra gli “spettatori locali”) ritengo che non si possa far venire meno le proprie idee, le proprie abitudini, in qualsiasi forma esse si manifestino, a causa di estremisti che, con la violenza, tendono a imporre le proprie convinzioni. Se continuiamo così si verranno a creare sempre più “Osama” che inizieranno a fare i loro comodi e ci obbligheranno ad una posizione di schiavitù, fisica e psichica, sempre più marcata. Bisogna avere il coraggio di rispondere e di mostrarsi forti.
venerdì 4 gennaio 2008
Emergenza rifiuti
In questi giorni stiamo assistendo all'ennesimo "scaricabarile" da parte degli amministratori, in primis da parte del presidente della Regione Antonio Bassolino, rinviato a giudizio nel 2007 per i presunti reati commessi nel periodo in cui ha ricoperto il ruolo di commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania.
E mentre i politici scappano dalle loro responsabilità a rimetterci sono sempre i cittadini. A giugno la Commissione ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia, colpevole di non aver seguito le indicazioni comunitarie in materia di smaltimento dei rifiuti. Un'eventuale condanna comporterebbe multe altissime e la perdita dei finanziamenti comunitari.
Solo poche settimane fa molti autorevoli giornalisti italiani si sono sentiti in dovere di rispondere per le rime al New York Times, perchè in un articolo dipingeva l'Italia come un Paese in declino. Ebbene, fermandoci ad osservare il nostro Paese non possiamo che constatare, seppur con estrema amarezza, che quell'articolo non è affatto lontano dalla realtà. I rifiuti in Campania, gli episodi di mala-sanità in Calabria e in Sicilia (ma non solo), le infrastrutture che mancano o sono del tutto impraticabili (per usare un eufemismo), i tempi della giustizia interminabili, le pensioni, i salari inferiori alla media europea, sono soltanto alcuni dei tanti campanelli d'allarme che stanno suonando ormai da troppi anni.