giovedì 6 settembre 2007

I giovani e l'Italia

di Gabriele Borioni
In una recente intervista a tutto campo il Ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha dichiarato di ritenere la politica e l’economia italiane zone “off limits” per i giovani invitandoci a “farci avanti e combattere per il nostro futuro” proprio come hanno fatto loro (“nel bene e nel male” ha specificato dopo) nel lontano ’68.
Abbiamo davvero bisogno di questo? La nostra società è molto diversa da quella del ‘68; in 40 anni sono state fatte molte riforme e nuove conquiste hanno cambiato radicalmente il mondo in cui viviamo. Purtroppo, però, siamo anche testimoni di tutto quello che persone come il Ministro D’Alema sembrano essersi dimenticate. I giovani d’oggi hanno lo stesso dinamismo, la stessa forza, la stessa voglia di partecipare che c’era in quegli anni.
In politica, però, c’è la stessa difficoltà a introdurre nuove leve e ad accettare il rinnovamento che c’era allora. E’ triste pensare che per combattere questo immobilismo si debba tornare ad alzare la voce o a ridar vita alle conflittualità sociali che hanno caratterizzato gli Anni di Piombo e il ’68. Nel 2007, in una società che ha saputo fare esperienza di periodi come quelli, lo scontro può essere sostituito dal confronto e la politica dovrebbe cominciare a porsi autonomamente il problema del rinnovamento generazionale delle classi dirigenti.
Non tutti, comunque, si limitano alle dichiarazioni ma c’è anche chi lavora su proposte concrete. Una proposta di legge interessante, ad esempio, viene dall’On. Silvana Mura dell’Italia dei Valori. Dopo essersi accorta che alla Camera solo un deputato su 630 ha meno di 30 anni e solo il 16% dei nostri deputati ha tra i 30 e i 50 anni, la deputata ha aperto il dibattito concentrandosi su 3 punti:
- limite d’età a 70 anni per qualsiasi carica elettorale;
- abbassamento del limite d’età per essere eletti alla Camera e al Senato (da 25 anni a 18 nel primo caso, da 40 a 30 nel secondo);
- limite di due mandati consecutivi per la rielezione alla stessa carica.
Una proposta più o meno condivisibile su cui, però, potrebbe aprirsi un primo dibattito molto interessante. I giovani rimarranno sempre una risorsa fondamentale per qualsiasi società, una speranza e un investimento su cui bisognerà scommettere sempre di più. La nostra generazione ha la motivazione e la voglia di partecipare necessarie per cercare di vincere questa scommessa.

20 commenti:

Luca Galvanini ha detto...

Il tuo articolo centra pienamente il problema. Non possiamo che sperare che proposte come quella dell'On. Mura aprano la strada a importanti riforme in questo ambito. Sicuramente spetta a Noi giovani farci sentire e contribuire a un confronto costruttivo tra generazioni.

Anonimo ha detto...

La proposta presenta una buona impronta, poi si può discutere se il limite deve essere di due o tre mandati. Non si può ignorare il fatto che l'esperienza che viene accumulata con la prima legislatura può essere impiegata proficuamente gli anni successivi. Certo è ben diverso trovare deputati o senatori che siedono in Parlamento da venti o trent'anni, e pensano solamente a come mantenere la poltrona. Bisogna avere l'onestà intellettuale di ammettere che un ultrassessantacinquenne, per quanto competente, non può rappresentare efficacemente gli interessi della generazione successiva alla sua.. Speriamo che questa proposta non finisca nel dimenticatoio!

Ciao,
Christian

Anonimo ha detto...

Caro Gabriele,
ho letto con piacere il tuo articolo e lo trovo molto chiaro e ben scritto.
Come vi avevo già detto a voce, non condivido più di tanto la proposta dell'On Mura perchè mi sembra un'esagerazione. In particolare mi riferisco all'abbassamento dell'età per l'elettorato passivo a deputato dai 25 anni ai 18.
Secondo me pochissimi ragazzi a 18 anni, oggi giorno, hanno un'idea chiara della vita (c'è chi non ce l'ha a 40 anni....)....figuriamoci della politica!
Per quanto riguarda il "post" non sono d'accordo su alcune tue riflessioni: secondo me le cose in questi ultimi 40 anni sono cambiate eccome....se dobbiamo parlare di giovani bisogna per forza dire che non sono più quelli di una volta.....e non "relata refero" ciò che il nonno mi tramanda....ma mi riferisco alle situazioni e ai casi che tutti noi conosciamo e che possiamo "tastare" ogni giorno: i giovani si disinteressano della politica e vivono allo sbaraglio senza cogliere (e senza voler cogliere) quelli che saranno i loro problemi futuri; vi è una certa dose di disinteresse e puro menefreghismo nella giovane popolazione probabilmente dovuta dal fatto che non si hanno particolari problemi (se non quello di un "debito" a scuola) fino a quando non ci si scontra con il mondo del lavoro.
La politica, d'altro canto, è alle corde...e non solo perchè non c'è un ricambio generazionale (parola che da qualche tempo è "stranamente" sulla bocca di tutti.....era ora!), ma anche perchè non c'è la stessa vecchia generazione che "preme" per "entrare nel gioco". Quanti sono i giovani nel nostro piccolo contesto locale che sono appassionati di politica? Quanti sono i giovani che sono disposti a dedicare una o due ore per qualche dibattito su quale tema di attualità? Quanti sono i giovani che sanno argomentare o comunque dire qualcosa di più rispetto a "questo governo fa schifo" oppure "è tutta colpa dell'euro!"?!?
Vedrai che con solo queste risposte potrai, forse, convincerti anche te che le cose sono davvero cambiate...ed è proprio per questo che ogni giorno di più condivido appieno il progetto di Fabrizio per portare avanti un "Nuovo Corso"....un primo passo per riavvicinare i giovani alla politica e per portare una ventata di aria fresca nelle serrate e proibitive stanze della politica!

Un abbraccio a tutti quanti da Londra!

Anonimo ha detto...

Concordo con Nicolò! Ma non solo, tu, Gabriele, hai fatto paragoni con il 68, ma tieni conto che ormai nessuno (se non per fede tramandta dai genitori) sente dentro di se il bisogno di lottare per conquistare qualcosa! Quindi il mondo politico ormai non può che essere fatto o da politici di professione (quelli di cui parlavate, i parlamentari che passano 20-30 anni sulla poltrona) o da persone che perseguono i propri interessi economici (tipo industriali ... e di sicuro quelli non sono i giovani).
Resta comunque il fatto che, secondo me, non ci saranno problemi a rinnovare la classe politica per il semplice fatto che di persone disposte a fare un lavoro iperpagato, senza praticamente alcun impegno, ne trovi tante che ne vuoi!
Per quanto riguarda la proposta mi sembra abbastanza assurdo che una persona a 18 diventi un parlamentare ... piuttosto che ampliare i margini io li restringerei: tipo per fare il parlamentare bisognerebbe avere un certo titolo di studio (in base al ruolo che si occupa) e non bisognerebbe essere stati condannati in nessun grado di giudizio; inoltre l'impedire di ricandidarsi dopo 3 legislature mi sembra una buona idea (anche perchè, vedrete che dopo aver ripulito lo scenario politico da certi topi di fogna, lo spazio per i giovani sarà senza dubbio maggiore; l'importante però è che i giovani non vengano allevati e portati in parlamento da queste persone)!

F_D

Borioni Gabriele ha detto...

caro Niccolò,
Bisogna ammettere che la realtà nel '68 era molto diversa per cui paragoni propri non se ne possono completamente fare.
I giovani molto probabilmente si interessavano prima ( nel senso di età) alla politica, ma non dimentichiamoci che molti aspetti della cultura (libri,musica,film etc) e della società in cui vivevano,erano quasi interamente condizionati da quella stessa vita politica.
Quando dico 'che i giovani d'oggi hanno lo stesso dinamismo,la stessa voglia di partecipare' mi riferisco comunque a quelle persone,che per quanto poche rispetto una volta possano essere,CI SONO e CI VOGLIONO ESSERE.
Sono sicuro che qualcosa,e la nascita di movimenti come Nuovo Corso lo dimostra,si stà muovendo in quella direzione.
Per quanto riguarda la proposta,ne abbiamo parlato,è molto discutibile tant'è che condivido pienamente nello specifico il tuo punto,ma volevo solo sottolineare come 'dalle parole' di D'alema 'si può passare ai fatti' della Mura;
rispondendo a Christian invece, rimango dell'idea che due mandati potrebbero essere sufficenti, ma magari non per tutte le cariche politiche.

Anonimo ha detto...

Bravo Gabri l'articolo mi è piaciuto molto.
Però sono onesto, la penso come Nicolò!
Rispondendo " e tu credi ancora che un 18enne possa fare politica e soprettutto legiferare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
IN ITALIA...................
Parole di Churchill " La politica non è cosa per i Giovani! perchè diventare marci così presto" :)
Cerchiamo invece, di impegnerci ed imparare più che possiamo, identificandoci in qualcosa in cui crediamo, e un giorno, quando saremo pronti avremo anche noi i nostri spazi!! no bisogna avere fretta !
Noi abbiamo solo il dovere di ascoltare e imparare !! (anche le cazzate che dicono questi vecchiacci!!!) Cmq vorrei vedere uno di noi, nel nostro predicare bene ,al parlamento! e vedere, se, dopo aver faticato molto per raggiungere l'obbiettivo, lo lascerà in un successivo futuro con così tanta facilità ad un giovane... Siamo tutti uguali!Remenber
Marco

Borioni Gabriele ha detto...

Caro Fede,
purtroppo lo scenario è molto triste come te stesso hai evidenziato.
I paragoni di cui parli in realtà non ci sono;è ben specificato che la società è diversa da quella del 68,ma mi sento di dire che la voglia di cambiare si incomincia a percepire,e questo grazie anche ad un interesse che se non è tra i più giovani (18-20 anni)come mi tocca dar ragione al Nick,è sicuramente tra i giovani della nostra età che incominciano ad interessarsi ed attivarsi (d'altronde oggigiorno, si puo parlare di giovane anche a 30 anni,in un certo senso).
e' molto importante che questa cultura incominci ad espandersi fin dalle scuole,dalla società e della stessa politica, perchè ci riguarderà sempre più da vicino.
infine vedi,la proposta è sicuramente discutibile,ma il dibattito che crea potrebbe portare a quel rumore e a quelle modifiche necessarie di cui ha bisogno per essere una legge che qualcosa può far cambiare davvero.

Anonimo ha detto...

ragazzi per piacere...NicColò :D

Andrea Simone Lerussi ha detto...

Caro Gabriele, il problema della mancanza di giovani in politica è innegabile. Non c'è più ricambio generazionale ormai da più di 20-30 anni, le faccie sono sempre quelle anche se il panorama politico, dopo la caduta della DC e tangentopoli, ha subito un profondo mutamento. Tutto è cambiato per rimanere uguale, come si sarebbe detto nel Gattopardo.. Sono contrario anch'io all'idea che i giovani per farsi spazio debbano ricorrere ai mezzi del '68. Quel periodo, nonostante abbia effettivamente portato numerose riforme ed innovazioni della società, non può essere preso a modello, poichè sarebbe come prendere a modello le rivoluzioni, che raggiungono spesso ambizionsi obbiettivi ma ad un prezzo troppo elevato. Quindi bisogna percorrere la strada della diplomazia e del dialogo per ottenere ciò che si vuole.. La proposta della Deputata Mura tuttavia non mi trova d'accordo quasi completamente. ritengo che in democrazia ognuno debba essere libero di votare chi vuole, dal venticinquenne al centenario, alla fine ognuno porta la sua esperienza. Sono anche contrario al limite delle legislature, non vedo perchè una persona valia e meritevole non possa continuare a rappresentare il proprio paese con continuità (si pensi a De Gasperi e Terracini..). Chiaramente il mio ragionamento vale quando c'è una legge elettorale che consente di scegliere il proprio candidato e non una legge come la "Porcata" di Calderoli!
Sono invece parzialmente favorevole all'eleiminazione del bicameralismo, in modo che l'unica camera abbia il limite minimo d'età in 25 anni, eliminando così il limite del Senato che ha poco senso nel 2007.

Credo che l'unico modo di predere spazio sia quello di continuare a proporre idee, senza però fare i favori dei vecchi della politica, perchè se i giovani si mettessero da soli, altro che partito politico dal 10%..

Luca Galvanini ha detto...

Vorrei sottoporre alla vostra attenzione dei problemi concreti inerenti alla questione che si sta dibattendo.

1
In democrazia è giusto essere liberi di votare il candidato che si preferisce, sia esso giovane o meno giovane. Ma il dato di fatto è che il sistema è in mano alle generazioni precedenti alla nostra, le quali difficilmente lasciano spazio ai giovani (ad esempio nella compilazione delle liste). Quindi, ad oggi, un cittadino non può votare "chi vuole" ma solamente "chi vogliono loro".

2
Nella Prima Repubblica abbiamo avuto personalità politiche di livello, mentre oggi tutti ci rendiamo conto che c'è una carenza nella classe dirigente. Nel momento in cui persone competenti rimangono a lungo in posizioni di potere e viene impedito un continuo ricambio (con elementi validi, si intende), questo porta le generazioni successive ad allontanarsi dalla politica, poichè non trovano spazio. Non bisogna dimenticare che in politica conta molto l'esperienza, perciò non sarebbe utile agevolare un ricambio continuo facendo comunque tesoro degli insegnamenti che possono scaturire da personalità politicamente mature?

Andrea Simone Lerussi ha detto...

Il punto 1 dell'analisi di Luca dipende dalla legge elettorale..

Con le preferenze o comunque con un sistema maggioritario la scelta è possibile, non con le liste bloccate fatte dalle segreterie di partito.

Luca Galvanini ha detto...

Però se ci pensi, anche con i collegi si pone lo stesso problema. Certo, la gente può scegliere il sig. X piuttosto che il sig. Y (all'interno di uno stesso partito), ma i due signori devono comunque essere candidati,per quel collegio, dal partito. La preferenza è sicuramente importante (io ne sono un forte sostenitore) ma non è sufficiente, di per sè, a favorire il ricambio generazionale.

Andrea Simone Lerussi ha detto...

Purtroppo hai ragione, la preferenza non basta, ma secondo me anche le quote non sono la soluzione.. Serve un cambio generale di cultura, che si può avere solo con una partecipazione maggiore dei giovani ai temi della politica, fino a quando anche le segreterie di partito non potranno più fare orecchie da mercante...

Luca Galvanini ha detto...

Sono d'accordo con te, sicuramente spetta a noi giovani chiedere a gran voce di essere più rappresentati. Personalmente non sono particolarmente entusiasta per le "quote", le vedo più come uno strumento che potrebbe accelerare il processo di ricambio. Sono sempre più convinto che noi giovani dovremmo cercare di vincere le contrapposizioni ideologiche e concentrarci unitamente sui problemi comuni alla nostra generazione.

Borioni Gabriele ha detto...

Caro Marco,risponderò a te come ho risposto agli altri.
Non ho preso nessuna posizione riguardo l'iniziativa della Mura,ma vedi, la proposta se modificata attraverso interventi da entrambi le parti interessate, potrebbe rivelarsi una iniziativa 'rivoluzionaria'.
Come me,molta gente vede le stesse facce ormai da troppi anni,e la politica si sta trasformando per pochi quando i rappresentanti che votiamo dovrebbero essere al servizio di tutti i cittadini,e non l'incontrario.
Nel fare politica,si deve instaurare una nuova mentalità,diversa da quella che c'è oggi;nessuno sà dove saremo domani per cui è tuttavia inutile fare delle ipotesi su come saremo ma spero che quella che sarà la politica del futuro non si dimentichi dei giovani che ci saranno allora,altrimenti, spero che ci saranno leggi che limiteranno il potere di cui oggi questi parlamentari possono godere.
Attiviamoci fin da ora affinchè qualcosa cambi.

Anonimo ha detto...

Ho sempre pensato che, rimango della mia teoria che: "MIO NONNO NON MI DARA' MAI IL CAMBIO DI GUARDIA, IL CAMBIO DI GUARDIA ME LO DEVE DARE MIO NIPOTE". Ecco perchè credo nei giovani, sono l'avvenire.
Ai nostri faccendieri politici i giovani non servono in politica, perchè hanno paura che gli facciano ombra, gli servono solo sulle piazze, nelle manifestazioni no global, come ultrà negli stadi, gli sono serviti per averli mandarli al macello nelle guerre o emigranti all'estero come lo è stato per secoli, per il resto che si droghino pure, che si brucino con l'alcool, che si ammazzino con le auto purchè non pensino e non creino problemi al potere.
E' vero che il 68, che anche io ho vissuto (e mi son divertito)era molto diverso nella realtà di oggi, ma oggi si vedono pochi giovani aggregarsi, fare opinione, combattere nella politica, greare gruppi di pensiero, ribellarsi a questo stato di cose, gridare la loro rabbia e questo è un male socialmente, perchè quando una persona si rende conto che socialmente le cose non vanno nel verso giusto e ha la capacita’ di cambiarle, è suo dovere morale e sociale agire con volonta' e determinazione per cambiare le cose e qui aggiungo ciò che ho espresso in questo blog a Fabrizio Anzolini presidente dell'associzione Nuovo Corso che gestisce questo blog.
Condivido pienamente tutto quello che hai scritto Fabrizio, perchè è da una vita che mi batto per questi scopi con ideali che rasentano una forma di fede, tanto da farne una ragione di vita, anche se il più delle volte so di aver combattuto e combatto tuttora contro i mulini a vento. Come ho avuto modo di esprimermi con te, è ai giovani che dobbiamo guardare con speranza e fiducia, dando loro validi esempi, spronadoli ad avere coraggio, ad andare contro corrente, a non farsi ammagliare da falsi miraggi. Bisogna credere, avere ideali, avere questa fede sociale politica che ti entra nel sangue, perchè altro non è che una fede quella che da la forza di combattere ai suoi martiri e ai suoi credenti. La società che io sogno, e il mio sogno comincia ad essere condiviso da tanti e sempre di più, è ben descritta nel programma del nostro nuovo partito Unione Confederale Regionale, che non è un programma limitato a far bella mostra, bensì si basa su una nuova filosofia di pensiero, su una nuova forma di sistema sociale dove la politica deve essere fatta per la gente. Il concetto filosofico, ideale, politico e amministrativo del Partito Unione Confederale Regionale si definisce politicamente, socialmente e giuridicamente “LA TERZA VIA”, che altro non è che un nuovo sistema sociale e civile, che garantisca la realizzazione di una Confederazione Regionale costituita dalle Regioni Nazioni Confederate tra loro, autodeterminate e amministrate con sistemi di autogoverno “social-popolare, democratico, repubblicano” che attraverso l’impegno consapevole e responsabile di tutte le forze sociali e del lavoro, rese protagoniste del loro avvenire, realizzino così un sistema sociale equo e di vera e autentica democrazia nella Confederazione Regionale Italiana. Una società socialmente equilibrata dove pace, equità sociale, giustizia, ordine, sicurezza, progresso, serenità e benessere siano il nostro ideale di vita. Il Partito Unione Confederale Regionale propugna e si impegna per una innovazione tecnologica a misura d’uomo, che guardi sì al futuro, ma che non snaturi il nostro modo di vivere. Innovazione e sviluppo che garantiscano alla gioventù, pilastro del domani, occupazione e lavoro per un sereno e sicuro avvenire. Nella visione di una società più equa e giusta il Partito Unione Confederale Regionale si batte anche per la difesa e tutela dell’ambiente con la sensibilizzazione sociale al rispetto all’uso dell’ambiente e delle risorse naturali come bene di tutta l’umanità.

Bruno Peres Segretario del Partito Unione Confederale Regionale
www.unioneconfederaleregionale.it

Anonimo ha detto...

Caro Borioni sono Adil, da parigi,
anzitutto saluti che è un bel po' che non ci sentiamo;
Sono concorde che sia la politica con i sui strumenti legislativi a muovere quasiasi cosa in un paese (economia, quindi l'impresa, il mondo del lavoro- l'amministrazione pubblica, la sanità, ecc), ma quello che mi pare di aver capito è che in Italia il problema non sia solo la politica- o meglio coloro che lavorano in politica; il problema in questo paese è l'idea diffusa secondo la quale il "merito" non sia il requisito principale da ricercare in una persona quando si debba ad ex. assumere un impiegato o assegnare una poltrona in un ministero, e che invece cio' che vale è semplicemente l'amicizia o la conoscenza o cosa ne so il controfavore, insomma il "clientelismo" ha rovinato e purtroppo sta continuando a rovinare questo paese.
Bisogna veramente prendere esempio dai paesi anglosassoni, nonostante anche li' vi sia il problema del chi ha soldi va avanti(puo' sciegliere le scuole migliori ad ex.) e chi non ha s'attacca, in cui a lungo andare il merito e l'impegno di una persona vengono notati e perchè no premiati;
Cosa molto importante per me è che si deve capire forse iniziare ad apprendere che la politica non debba essere considerata come un traguardo che permetta alle persone di sfruttare il potere e le conoscenze che si creano per arricchirsi a spese del pubblico, ma come amo dire io si deve pensare alla politica come una delle piu' belle e serie attività in cui una persona lavori veramente per vedere realizzarsi delle idee e degli obbiettivi di cui tutti possano godere; come diceva Degasperi "la differenza tra un politico ed uno statita: è che il primo pensa alle elezioni successive mentre lo statista pensa alle generazioni future"
P.s. non sono comunque d'accordo con Borioni per quanto riguarda l'elegibilità in camera all'età di 18 anni, perchè comunque fare politica vuole dire anzitutto conoscere i meccanismi legislativi, sapere cosa è una costituzione (cosa questa che sono al mille per cento sicuro che il novanta per cento dei giovani italiani non sappia; ci sara' un motivo se i reality shows vanno cosi' forte)perchè non si tratta solo di legiferare; La politica è anche tante altre cose.
Grazie, ciao da Adil.
Ancora saluti a Borioni

Borioni Gabriele ha detto...

Caro Adil,
con immenso piacere ti saluto e ti rispondo.
Ho apprezzato il post che hai scritto e come dici te il 'clientelismo' e il controfavore sono purtroppo ancora l'obiettivo principale per chi fa politica (è uscito da poco lo scandalo dei voti di scambio a conferma di questo).
Anche a te devo far notare che nonostante abbia scritto della proposta dell'On. Mura,non vuol dire (e non mi sono espresso) sui suoi punti che mi vedono d'accordo,in primis su quello dell'eligibilità a 18 anni;volevo solo mettere in luce la differenza tra chi è al governo e parla di giovani e chi è al governo e pensa ai giovani,con proposte che possono creare per lo meno dibattito e portare ad una nuova soluzione in merito.
Fatti sentire,a presto Dott. Akabli

Borioni Gabriele ha detto...

SCUSATE: volevo scrivere 'che non mi vedono del tutto d'accordo',in primis .....

Anonimo ha detto...

Ciao Gabriele sono un giovane consigliere comunale e membro della Commissione Nazionale Politiche Giovanili - sezione Fvg che è collegata ad Anci Giovane e ovviamente sottoscrivo il tuo intervento sulla necessità di ringiovanire la classe politica del nostro Paese. Qualche dato: la presenza di giovani (sotto i 35 anni) nelle istituzioni a livello nazionale ci dice che sono il 25% nei comuni, il 10% nelle province, il 3% nelle Regioni per arrivare all'1% di Camera e Senato. E' evidente che c'è un deficit di rappresentanza per la nostra categoria anagrafica all'interno delle istituzioni italiane. L'Italia è un paese vecchio e non è nient'altro che lo specchio della classe dirigente che lo rappresenta. Con tutto il rispetto per i senatori (sopprattutto quelli a vita) sembra che l'unico "strumento" per un ricambio generazionale autentico sia la "morte". Mi sento profondamente offeso nel vedere al Senato Italiano gente, che seppur illuminata, supera i 90 anni. L'intelligenza e l'amore per il nostro Paese dovrebbero spingere queste persone a lasciare spazio a qualcun'altro...ma evidentemente..
Condivido il discorso che dobbiamo essere noi principalmente ad interessarci di più alla politica creando occasioni d'incontro e sensibilizzazione quali l'associazione Nuovo Corso. Non disdegno però nemmeno la concezione delle "quote verdi" dopo a quelle rosa, se non altro per garantire all'interno del sistema politico un minimo di rappresentanza giovanile, che possa affrontare seriamente e con impegno un programma di riforme istituzionali vero. La prima di queste riforme è di sicuro una legge elettorale che limiti a due mandati, e perchè no, che metta un limite d'età. Non mi dilungo oltre ma faccio notare come dai dati che ho riportato sopra i giovani in qualche modo siano abbastanza presenti nelle istituzioni comunali (1 su 4). Passando alla provincia (dove il peso dei partiti inizia a contare di più) la percentuale scende (1 su 10). Non parliamo di Regione o Parlamento. Questo significa che i partiti hanno un peso rilevante nell'aprirsi ai giovani. E' questo il vero punto cruciale sul quale dobbiamo lavorare. Dobbiamo capire la logica del "partito" per poi educarlo ad un ricambio generazionale. Dobbiamo chiamare a raccolta i giovani stimolandoli a partecipare e ad avvicinasi alla politica. E a chi ci dice che il mondo della politica è "sporcho" e viziato, noi giovani dobbiamo rispondere per cambiarlo: "a che serve avere le mani pulite per tenerle in tasca?"

Ciao
Igor Treleani