Il libro “Contro i giovani” di Tito Boeri e Vincenzo Galasso (edito da Mondadori) è una “denuncia, ma anche una proposta per aprire un confronto”. Partendo dall’avvicinamento e dal raffronto di vite diverse in società in qualche punto simili (nonostante il Paese sia sempre l’Italia, si va da un Giovanni 1932 fino ad un Carlo 1982), i due autori ci portano per mano ad un’analisi critica del Paese, con particolare riferimento alla preoccupante situazione previdenziale e al delicato, e tanto snobbato, tema dell’investimento sul capitale umano.
L’analisi che Boeri e Galasso fanno all’interno di “Contro i giovani” è estremamente scorrevole e coinvolgente; numerosi sono i dati forti che sorprendono il lettore portandolo anche a qualche risata nervosa e alquanto ironica. Più volte si coglie “la palla al balzo” (i riferimenti al mondo sportivo sono tanti) per calciare “l’età della politica”; altre volte, invece, si fa un “tackle” con realtà europee che ben ci possono sbeffeggiare per quanto riguarda “inquinamento” o “precarietà giovanile”.
Personalmente considero “Contro i giovani” un manuale di utili suggerimenti da cui poter trarre interessanti spunti per una riflessione; lo considero una guida che tutti dovrebbero, almeno una volta, consultare per poter riflettere sui problemi concreti che il futuro riserverà ai cittadini - “mediani” del domani. Vorrei concludere citandovi due frasi che ho particolarmente apprezzato e che spero possano convincervi ancora di più a leggere questo libro:
“Il nostro sistema di protezione sociale, il nostro welfare in particolare, è impostato attorno a questo modello familiare. Premia il capofamiglia, garantisce la sicurezza della sua occupazione, il suo reddito, la sua pensione. Spetta poi a lui distribuire ed elargire i benefici all’interno della famiglia. Il welfare italiano rafforza il senso di appartenenza alla famiglia in contrapposizione all’appartenenza alla comunità”
“Un imprenditore scaltro, che cerchi di aumentare i profitti della sua impresa, e dunque i suoi benefici economici personali, si comporterebbe diversamente. Costruirebbe un team di giovani capaci, con basse pretese salariali, e li “sfrutterebbe” facendoli lavorare nelle mansioni in cui sono più produttivi. Così non avviene nel mondo italiano delle professioni e delle università. La ragione è che i giovani non devono essere messi nella condizione di competere con i loro più anziani colleghi, cui spetta il compito di selezionarli, anche quando sono molto meno qualificati di loro.”
4 commenti:
mi sembra molto interessante, ho intenzione di leggerlo a breve... anche in vista del prossimo grande evento!!!
Francesco
Letto e apprezzato.
Giusto proporre anche soluzioni all'interno di un libro di denuncia.
Un libro davvero molto interessante per capire dove stiamo andando o, meglio, dove ci stanno portando.... Ne consiglio la lettura a tutti!:)
Bravi ragazzi, un titolo azzeccato,
Christian
..purtroppo non avrò l'occasione di leggerlo prima dell'incontro, ma ho ricercato su Internet qualche recensione e sembra sia davvero piaciuto.
Ovviamente le recensioni e i commenti positivi saranno stati scritti da altri giovani ma non escludo la firma di qualche,concedetemi il termine,'adulto d'avanguardia'..:-)
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