L'anno che è appena terminato ha visto la nostra Regione distinguersi per il dinamismo dell'economia e per la gestione della cosa pubblica rispetto a gran parte del resto dell'Italia. Questo dato, però, non ci deve far stare tranquilli: siamo inseriti in un contesto nazionale che, secondo gli ultimi dati Ocse, cresce poco rispetto al resto dell'area Euro. Il PIL italiano per il 2007, infatti, si attesterà intorno all' 1,8% contro il 2,5% di Eurolandia. Ciò che è preoccupante è il fatto che anche le previsioni per il prossimo biennio danno una crescita minima ( + 1,3% ) sempre inferiore alla media europea.
Il Friuli Venezia Giulia ha visto negli ultimi mesi grandi trasformazioni, processi importanti, tra i quali va ricordato l'allargamento dell'area Schengen con il conseguente addio dei confini tra Italia e Slovenia. Un passaggio della storia importante che segna una rottura con il passato e che ci proietta in un nuovo futuro. La nostra Regione si ritrova baciata dalla fortuna, in quanto l'allargamento a est dell'area Euro la pone geograficamente al centro della Nuova Europa. E' una opportunità unica, per diversi motivi.
Abbiamo un mercato più ampio in cui promuovere i nostri prodotti e servizi senza la burocrazia di un tempo, ci si può muovere con più facilità e la moneta unica ci permette di gestire meglio molte procedure. Ma ci sono anche molti rischi. Il mercato diventa più competitivo, anche perchè gli attori che vi partecipano sono più numerosi di prima. A questo punto bisogna chiedersi come la nostra Regione stia progettando il proprio futuro, come cercherà di cogliere l'opportunità di diventare il vero centro della Nuova Europa.
Francamente sto vedendo pochi dibattiti incentrati su questo tema, quei pochi sono tutti celebrativi della caduta del confine senza però proporre progetti che si concentrino sullo sviluppo della la nostra terra. Il rischio vero è che la Slovenia possa nel tempo diventare lei stessa il vero centro della Nuova Europa, le premesse ci sono tutte : alta alfabetizzazione, forti incentivi europei, imposte medio - basse sulle imprese e comunque molto inferiori a quelle italiane, grande voglia di intraprendere da parte dei giovani. Sono dati di fatto che da un lato devono farci complimentare con i vicini Sloveni, ma dall'altro lato ci devono far riflettere su come dovremmo cambiare diversi aspetti della nostra società.
Anche perchè l'opportunità di Schengen rappresenta per noi un treno di sola andata, non esistono a medio termine altri treni per la nostra Regione. Salire su questo treno significa fin da ora aprire una stagione di confronti, dibattiti, forum che coinvolgano tutte le componenti della società civile. A partire dalla politica, che deve cambiare pelle, che deve diventare meno litigiososa e più costruttiva, ma anche più aperta e meno preconcetta. Non bisogna dividersi, non devono esistere contrapposizioni tra Friuli e Trieste, ma bisogna fare sistema, anche perchè in gioco ci sono gli interessi di un'intera area e questi interessi sono comuni a tutta la nostra Regione. E' necessaria una prova di maturità da parte di tutti.
L'obiettivo è prendere atto che sta cambiando un mondo e che per non subire passivamente il cambiamento è essenziale promuovere nuova classe dirigente e nuove idee, più in linea con il mutamento socio-geografico in atto. Serve un nuovo modello di Regione, più autonomo da Roma e più vicino, metaforicamente parlando, a Lubiana. Se la nostra autonomia non ci permetterà di gestire e decidere gran parte delle scelte su tasse, imposte, strategie infrastrutturali e sociali, il nostro territorio rischia un lento ma inesorabile declino. Il grado di tassazione delle vicine Austria e Slovenia è decisamente inferiore rispetto al nostro e lo stesso vale per il tasso di burocrazia.
O troviamo soluzioni per far sopravvivere qui da noi le nostre imprese, sostenendole e soprattutto valorizzando chi promuove sviluppo ed innovazione, o altrimenti, nel prossimo decennio, rischiamo di vedere scomparire lentamente una buona parte del nostro tessuto economico. Mi conforta il fatto che la sensibilità su questo tema da parte degli imprenditori, dalle piccole ditte individuali alle grandi società, è molto alta. Non mi conforta, invece, il fatto che gran parte della politica regionale è ferma alla gestione ordinaria, mentre oggi è necessario gestire lo straordinario, ovvero cogliere la nostra grande opportunità di diventare una parte importante socio-economica della nuova Europa.
Le prossime elezioni in Friuli Venezia Giulia avranno una importanza ancora maggiore proprio per questi motivi. Mi auguro che la qualità dei programmi elettorali sia consona al periodo che stiamo attraversando.
7 commenti:
Nuovo anno, Nuova Regione...perchè non anche nuove proposte?
Il tuo articolo Alberto è incontestabile e condivido appieno che l'allargamento dell'accordo di Schengen rappresenterà per l'Italia e per il FVG una nuova era ma soprattutto una nuova grande e pericolosa sfida......penso anche (come te) che debba finire l'epoca delle grandi analisi e comuni critiche per arrivare invece a quella delle utili proposte e intelligenti soluzioni.
Quel ricambio generazionale di cui, anche noi di Nuovo Corso, tanto parliamo, non rappresenterebbe solo un rinnovo politico ma anche un primo passo dinamico per smuovere questa ormai malata e avvilente mentalità/realtà politica.
L'attuale situazione (addirittura locale) può far solo che impietosire questi (leggi "noi") giovani che si ritrovano senza validi punti di riferimento e, purtroppo, con pessimi esempi davanti agli occhi.
Personalmente sono molto stufo di vedere le persone, che dovrebbero far politica attiva per la gente, limitarsi a fare affari attivi per sè stessi.....largo a chi ha idee, largo a chi ha voglia di fare!
Rispondo volentieri a questo articolo anche per fatto personale, visto che ho passato gli ultimi giorni del 2007 a Lubiana. Ho potuto infatti toccare con mano quello che significa il clima euforico di una società che cambia, che evolve, che cresce economicamente, socialmente e culturalmente. Fra l'altro la Slovenia in questo periodo ha la presidenza dll'Ue. Per il FVG l'elezioni del 2008 cadono ad hoc per dare una risposta concreta alle sfide che questi new competitors ci pongono. Saprà la classe dirigente regionale esere all'altezza? Illy è già avanti: l'Euroregione è una sua idea e a posto Trieste al centro del processo di creazione di questa nuova realtà territoriale. E il Friuli? Cosa portiamo della nostra identità, dei nostri valori in questa nuova Alpe Adria? Qualcuno si è posto il problema? A me pare che fra i politici non ci sia la percezione reale che tutto attorno a noi stà cambiando, mentre noi siamo presi dalle solite beghe Trieste-Udine. Prendiamo ad esempio la questione concreta dell'aereoporto. Allora la Regione non ha ancora una strategia chiara, Brandolin giustamente non vuole svendere a Venezia, quest'ultima stando alle dichiarazioni di oggi del suo presidente non è più interessata a Ronchi. Tattiche? No mancanza di vision, perchè noi dovremmo allearci con chi ci vuole usare, leggi Venezia, mentre Lubiana e Klagenfurt sono a due passi e si potrebbe fare un network unico? Che cosa aspetta la Regione a fare questo passo? Poi certo attraverso la Tav ci possiamo anche collegare a Venezia, ma non da sudditi a quel punto. Se Trieste-Illy-Confindustria vogliono un Ronchi dei Legionari piccolo solo per i propri voli privati, i friulani reclamano un aereoporto funzionale alle esigenze dei piccoli imprenditori e allo sviluppo del turismo. A questo punto spero proprio che nasca dal basso una nuova classe dirigente che abbia l'obiettivo prima di tutto di individuare i nuovi problemi e le nuove esigenze di una comunità friulana che cambia, che vuole essere protagonista nella nuova Europa di Schengen, ma che vuole mantenere saldi i propri principi e valori, senza che questi si dissolvano in un generico euromondismo.
Alberto ha ragione, quello che manca dall'attuale dibattito politico locale sono le visioni di prospettiva, un'idea sul ruolo del Friuli Venezia Giulia del futuro a livello nazionale ed Europeo. In questo, mi duole dirlo, fin'ora Illy è stato molto più concreto del Centrodestra cercando di sviluppare il progetto dell'Euroregione e cercando di attrarre investimenti da fuori regione.... Candidature a parte sarebbe ora di tornare a parlare di programmi e di progetti....
Chris
Caro Alberto, many compliments è un articolo davvero carino sia nei contenuti che nella qualità che da sempre approvo nei tuoi articoli e pensieri.
Ti controbatto solo su un'argomento, la Slovenia. Un grande paese che tu ben conosci e che sta salutando il buio degli anni addietro inoltrandosi in un nuovo mondo, ma ritengo giusto ricordare che è una popolazione di 2 milioni di abitanti in pieno sviluppo sviluppo economico (quando si parte da zero è più facile arrivare a 5, da cinque arrivare a 6 è più difficile si a volte si rischia il 4) quindi non fa testo e ti riporto le parole di un mio compagno di squadra che sta vivendo questa situazione lui mi disse: sai Marco le cose non sono come vogliono farle sembrare i nostri politici! io guadagno 300 euro al mese e lavoro otto ore al giorno gli affitti ammontano a 370 euro al mese per un buco, mi spieghi come riesco a farmi una famiglia .. la crescita c'è ma sta sempre di più aumentando il divario tra ricchi e poveri e ti assicuro che detto in modo assurdo si stava meglio con il regime!! al che io sono davvero rimasto scosso e mi sono detto ma forse così male noi non stiamo.
Riconosco che purtroppo ogni paese a che pensare e che risolvere, ma dobbiamo cercare di evitare come Zoltan questo troppo pessimismo che non ci fa bene!
Un saluto a Nuovo Corso e ad Alberto buona giornata a tutti.
Marco Snaidero
Non riesco a leggere alcun commento di "nuovo corso" sulla ignobile gazzarra di applausi con cui parlamento e politicanti tutti hanno accolto l'attacco di Mastella alla magistratura.
E' forse questo il nuovo corso ?
Mi sbaglio o è la solita corsa di giovani rampanti (neppure tanto nuova) protesi a prendere posizione in attesa di accedere alla casta (e prendere parte alla mangiatoia)
Grazie per gli spunti emersi a fronte del mio articolo. Cerchiamo di estendere il dibattito e soprattutto da febbraio di promuovere il "nuovo corso" della politica cercando di influire nella formulazione dei programmi elettorali che verranno presentati a breve. Diventiamo "think tank", un pensatoio per la Regione del futuro. Costruiamo oggi il nostro domani e comunichiamo la speranza del cambiamento. Cambiamento che passa attraverso il ricambio della classe dirigente e mediante la proposizione di nuove idee più adeguate ai tempi. Pensiamo alla nuova Udine, ad un nuovo modello di Regione, ad un territorio che solamente se si apre alla Nuova Europa potrà recitare un ruolo primario. E' in gioco il nostro futuro e quando parlo di nostro futuro intendo tutti i cittadini, gli anziani, i nostri coetanei, le prossime generazioni. Pensiamo alla politica con la P maiuscola, alla Polis, alla società in tutte le sue componenti. Un nuovo corso ci attende, mi auguro da protagonisti.
Alberto Sattolo
Caro Alberto, ho letto anch'io che il Friuli, secondo le stime, è riuscito a distinguersi per i suoi buoni risultati rispetto alle altre realtà italiane nel settore dell'economia, ma devo dare ragione anche a Marco quando giustamente separa l'attività produttiva da quella 'reale', e su questo purtroppo siamo ad un livello decisamente basso.
Ho letto che in 3 anni l'indice di povertà relativa è salito di un 'buon' 3 per cento qua in Fiuli.
In concreto questo conferma la percezione che si ha quando ci si guarda intorno: ci sono sempre più poveri e persone in stato di bisogno.
Per quanto riguarda 'il cuore del post' sono d'accordo che Bisognerà stare molto attenti a non sottovalutare questa opportunità.
Purtroppo se la nostra classe politica locale non riesce a costruire un importante piano di cooperazione tra le due aree rischiamo di perdere un potenziale punto di forza.
A questo proposito,segnalo un importante protocollo stipulato tra i presidenti delle due Camere dell'artigianato slovena ed italiana di qualche giorno fa, in cui si impegnano a raggiungere una serie di obiettivi per aiutare a crescere le piccole e medie aziende che collaborano insieme sull'asse 'Slovenia - FVG'.
Lo reputo un passo importante, e spero che altri progetti e altre proposte nascano anche dalla nostra classe dirigente per prevenire una ulteriore 'fuga verso l'est' da parte dei nostri imprenditori locali.
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