di Niccolò Picotti
Come avete potuto leggere dai giornali degli ultimi giorni, gli organizzatori della Dakar (una volta chiamata Parigi-Dakar, ora solo Dakar visto che non si parte più dalla capitale francese) hanno deciso di annullare la gara del 2008, precisamente la 30esima edizione. La gara sarebbe dovuta partire sabato 5 gennaio dal Portogallo e prevedeva un percorso totale di oltre 9200 km. A mio giudizio ci ritroviamo di fronte all’ennesimo dato allarmante che ci deve per forza far riflettere. Attraverso l’annullamento di una delle gare più famose al mondo, nonché tra le più seguite, si è confermata l’idea che per ottenere qualcosa basta porre delle minacce; si è mostrata un’altra volta la debolezza e la paura occidentale. Noi occidentali stiamo diventando schiavi di questo timore che ci logora e che ci perseguita sempre più spesso. Senza entrare nella critica della gara (che da sempre è considerata un “pugno in un occhio all’ambiente”, ma anche una gara molto pericolosa che conta 25 vittime tra i partecipanti e molte di più tra gli “spettatori locali”) ritengo che non si possa far venire meno le proprie idee, le proprie abitudini, in qualsiasi forma esse si manifestino, a causa di estremisti che, con la violenza, tendono a imporre le proprie convinzioni. Se continuiamo così si verranno a creare sempre più “Osama” che inizieranno a fare i loro comodi e ci obbligheranno ad una posizione di schiavitù, fisica e psichica, sempre più marcata. Bisogna avere il coraggio di rispondere e di mostrarsi forti.
3 commenti:
L'argomento non è dei più facili da trattre, meglio garantire la sicurezza a scapito della propria libertà o le proprie idee a scapito della sicurezza?! Non lo so anche se posso intuire che da un gruppo di giovani che ha organizzato vari incontri sulle proprie radici e la difesa dei valori la risposta sia scontata:)....
In bocca al lupo, Franci
Sicuramente le idee!
Purtroppo la paura è un fattore che da molti anni non ci permette di vivere serenamente.
In Aeroporto dobbiamo rispettare norme di sicurezza che solo per il motivo di esistere ci preoccupano;
in aereo sospettiamo di chiunque ci sta affianco;alla stazione ci teniamo incollati quello che portiamo con noi e controlliamo ogni gesto e movimento di chi ci passa intorno;
una macchina parcheggiata nello stesso posto per molto tempo o un sacchetto della spesa dimenticato alla fermata dell'autobus ci allarma..
Ulteriori conseguenze che ne derivano da questa situazione sono le strumentalizzazioni che ritroviamo nelle parole dei politici o negli articoli dei giornali, che per assurdo, aumentano lo stato di allarme, (ne traggono vantaggi) e portano ad una ulteriore percezione di un malessere collettivo.
In riferimento all'articolo,Sono d'accordo con te Niccolò che bisogna avere il coraggio di mostrarci forti altrimenti rischiamo la schiavitu di idee e qualunque forma di libera manifestazione, ma purtroppo dobbiamo renderci conto che il nemico che non hai citato è il Terrorismo.
La fermezza e l'imposizione dovrebbero predominare nel trattare con le persone che non accettano le leggi di uno Stato, che sono musulmani ma che vogliono vivere in Occidente.
la sensazione è quella che questa forza manchi nei paesi occidentali e particolarmente in Europa e purtroppo gli esiti sono anche questi.
Forse la paura in questo caso è stata eccessiva, ma con questo metodo e procedimento non ci resta che 'correre continuamente ai ripari' ed eliminare le nostre abitudini,le nostre idee e la nostra libertà per evitare pericoli e stragi.
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