domenica 5 agosto 2007

Per un dibattitto sulle Politiche Giovanili

di Fabrizio Anzolini
I giovani costituiscono una realtà soggetta a continui e repentini cambiamenti, una realtà in divenire caratterizzata da percorsi individuali molto più variegati che in passato. Oggi si può essere contemporaneamente studenti, avere responsabilità familiari, essere lavoratori o alla ricerca di un lavoro. Di fronte a questa realtà si è trovato il relatore di maggioranza della legge regionale per la “PROMOZIONE DELLA RAPPRESENTANZA GIOVANILE, COORDINAMENTO E SOSTEGNO DELLE INIZIATIVE A FAVORE DEI GIOVANI” e a questa situazione avrebbe dovuto dare delle risposte.
La legge, invece, si prefigge d’incentivare e agevolare la rappresentanza giovanile attraverso l’istituzione di un “Forum Regionale dei Giovani”, un’assemblea giovanile con funzioni propositive, consultive e di verifica che realizza il coordinamento e la collaborazione tra altre assemblee, i “Forum provinciali” e “locali”, la cui istituzione è prevista dalla stessa legge. Almeno ogni due anni, inoltre, dovranno svolgersi delle assemblee pubbliche, le “Assemblee provinciali” e la “Conferenza regionale”. Queste assemblee, definite come un’occasione d’incontro e di dibattito sulle questioni giovanili, si svolgeranno sempre con la “partecipazione ”dell’Assessore Regionale per le Politiche Giovanili il quale presiederà anche il “Comitato tecnico interdirezionale” (un ulteriore organo di consulenza, analisi e raccordo che dovrà essere costituito).
Ci chiediamo, a questo punto, se sia davvero necessario, per comunicare con i giovani, costituire tutti questi organismi e cercare di “burocratizzare” e “cristallizzare”, attraverso tanti forum, comitati, assemblee e osservatori (si prevede anche l’istituzione di un “Osservatorio sulla condizione giovanile”) un mondo che abbiamo constatato essere in continuo movimento e non più organizzato in modo standardizzato. Sorge spontaneo, inoltre, chiedersi se la pressante presenza dell’Assessore Regionale competente in tutte queste occasioni non possa finire per avere una funzione di controllo e incanalamento del consenso piuttosto che una vera e produttiva funzione d’ascolto e se non sia più utile che, anche a fronte di un minor numero d’incontri, possano parteciparvi tutti gli assessori e i rappresentanti della minoranza dimostrando il reale interesse della Regione per la condizione giovanile in Friuli Venezia Giulia.
La rappresentanza proposta da questa legge, in sintesi, sembra non tener troppo conto delle considerazioni fatte dalla stessa Commissione Europea nel Libro Bianco sulla Gioventù dove si evidenzia come “i giovani dimostrino una chiara volontà di partecipare e di influenzare le scelte della società ma secondo forme d’impegno più individuali e più specifiche, al di fuori delle vecchie strutture e dei vecchi organismi di partecipazione” rappresentate, aggiungiamo noi, dai comitati e dalle assemblee di cui abbiamo parlato sopra.
Per quanto riguarda le tematiche di maggiore interesse per i giovani, invece, ben pochi sono i riferimenti all’interno della legge. All’autonomia, una delle principali rivendicazioni dei giovani d’oggi, non si fa alcun riferimento e così nemmeno per quanto riguarda la questione del reddito e del lavoro. Lo stesso vale per gli scambi internazionali tra giovani la cui importanza, didattica e sociale, è ormai riconosciuta da tutti a tal punto che altre regioni vi hanno dedicato largo spazio trattando le politiche giovanili.
La grande novità di questa legge, infine, sarebbe la “Carta Giovani”, una carta tesa a consentire l’accesso, in forma agevolata, a iniziative, attività e servizi, rivolti ai giovani. Una carta che potrebbe essere meglio sostituita da convenzioni con gli organizzatori di tali iniziative e servizi evitando un’ulteriore spesa propagandistica sulle spalle del cittadino e la creazione di un clone delle già esistenti carte universitarie e delle secondarie superiori.
Chiediamo, in ultimo, di riaprire il dibattito su questa legge e di ripensare se possa essere veramente questo lo strumento per venire incontro alle esigenze dei giovani e per diminuire lo scarto crescente tra la gioventù e gli affari pubblici o si possano fare sostanziali modifiche guardando a un’organizzazione leggera della Regione che, siamo sicuri, non sta a cuore soltanto a noi. Chiediamo di tornare a discutere concretamente di “quote giovani” e rappresentanza giovanile, di agevolazioni per l’introduzione nel mondo del lavoro e di occupazione giovanile, di politiche “CON i giovani” e non più solo “PER i giovani”.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

D'accordo sulla pletora di organi, d'accordissimo sulla carta giovani che rischia di non servire a niente, più che d'accordo sul ruolo pervasivo dell'assessorato, però mi chiedo se quel richiamo alle "quote giovani" non riporti a una sorta di ingegneria sociale applicata alla politica. Ci vorrebbero provare con le donne e le quote rosa, dimenticando che grandi donne hanno fatto, fanno e faranno politica senza bisogno di ghettizzazioni o di quote riservate.
Stesso discorso per i giovani. Non credo servano gli spazi nelle liste elettorali, quanto più degli spazi dinamici in cui discutere, crescere, confrontarsi. I posti nelle liste e nei direttivi verranno di conseguenza. Per i più bravi,come è giusto che sia.

Saluti e Complimenti,
Simone

Borioni Gabriele ha detto...

Credo che l'iniziativa di tale legge possa essere molto interessante,ma rivista in maniera che ai giovani sia data la concreta possibilità di costruire un ponte di dialogo (con la serietà e l'impegno che noi giovani possiamo dare) con TUTTI gli organi istituzionali;
Ecco che allora sono d'accordo con la non-burocratizzazione che si vuole mettere in atto sopratutto per capire quanto dall'altra parte ci sia interesse all'ascolto dei giovani.
Infatti,mi augurerei di trovare persone attive realmente interessate alle problematiche dei giovani e interessati alle proposte che hanno da fare,piuttosto che solo persone incaricate d'ufficio,che aumentano una sesazione di controllo e deviazione.

Mi augurerei inoltre che le tematiche all'interno della legge non siano ben specificate per via della libertà che si voglia dare a questi incontri,lasciando cosi una sorta di campo aperto per discussioni e proposte di interesse per i giovani,anche se dubito fortemente che il motivo sia questo.
Questo punto deve essere rivisto direttamente con la parte interessata.

Quanto al punto dell'introduzione di 'quote giovani' sono d'accordo pienamente con il post di Simone (Meritocrazia e bisogno dei giovani nella politica)e credo ci debba essere un ascolto e un aiuto da entrambe le parti,senza per forza il bisogno di tali strumenti,augrandomi anche qua una soluzione che possa premiare la volontà,la forza e la dedizione dei giovani.

Anonimo ha detto...

Concordo con quanto già espresso da Simone e Gabriele, ma ritengo che le quote giovani siano indispensabili per avvicinare i giovani alla politica. Purtroppo sappiamo tutti qual è la realtà all'interno dei partiti italiani. Personalmente credo che le quote giovani possano essere un valido strumento per accelerare questo processo. D'altronde è un dato di fatto che l'attuale classe dirigente non rispecchia la totalità dei cittadini ma solamente quella parte di cittadini che ha più di 40 anni.
Da parte nostra però occorre un grande impegno, diamoci da fare!

Ciao,
Christian