mercoledì 1 agosto 2007

Friulano a scuola. Dibattito sul disegno di legge n. 257

Si è aperto un dibattito attorno alla proposta di legge che prevede lo studio del Friulano a scuola e la possibilità di utilizzare il Friulano nell'insegnamento di tutte le materie. Pubblichiamo, di seguito, l'intervento di un nostro sostenitore.

Orgoglioso del Friulano ma sostenitore dell'Inglese
di Alberto Sattolo - Think-tank LA SVOLTA
Il disegno di legge 257 di cui si discute in questi giorni ha portato l’attenzione sull’uso della lingua friulana nelle scuole e in particolare sulla modalità di utilizzo in frangenti oggi assenti. Chi scrive parla da sempre friulano, è convinto assertore che solamente usandolo quotidianamente possa vivere e alimentare anche una cultura che dal punto di vista identitario è molto importante. Francamente però le proposte degli autonomisti che sembrano anche avvallate da una parte consistente della maggioranza in Consiglio Regionale hanno raggiunto posizioni davvero lontane dai tempi che viviamo.

L’uso del friulano come strumento per insegnare materie scolastiche come geografia e matematica a scuola è una proposta che mi vede contrario per diversi motivi. In primo luogo perché in una società aperta come la nostra, dove sempre di più è necessario imparare a muoversi agevolmente in Europa e nel Mondo questa proposta va nella direzione opposta in quanto impone regole che nulla hanno di liberale e che difficilmente servono ai giovani per imparare a destreggiarsi nella nuova economia globalizzata. Si tratta di un disegno di legge che ha una natura illiberale in quanto si vuole far prevedere l’adesione al friulano veicolare anche in situazioni minoritarie. Infatti i friulanisti sostengono di eliminare “la maggioranza all’unanimità” come condizione per adottare il friulano veicolare.

In secondo luogo questa non è certamente la strada per sostenere la nostra Regione dal punto di vista culturale, sociale ed economico. Oggi è invece necessario dare maggiore spazio all’insegnamento dell’inglese nelle sue varie forme come quello tecnico e commerciale. E’ lì che dobbiamo investire per dare modo ai giovani di essere preparati alle future sfide nel mercato del lavoro.
La nostra economia saprà mantenere standard elevati e aumentare lo sviluppo della nostra Regione solo se si investe nelle risorse umane e nella Scuola ed Università. Investire significa permettere ai giovani di apprendere quello che realmente serve per permettere loro di essere competitivi nei prossimi anni.

A mio parere serve potenziare l’uso delle lingue straniere economicamente per noi importanti ( inglese e tedesco ) ma è necessario anche formare le nuove generazioni a sapersi confrontare in scenari di mercato sempre più difficili. Ecco allora che vanno promosse iniziative formative che promuovano sempre di più le tecniche più evolute di management, dal commerciale fino alla gestione del controllo di qualità sia di processo che di prodotto. Abbiamo bisogno di risorse umane che puntino all’innovazione. Per formarle abbiamo necessità di riservare rilevanti stanziamenti di bilancio, non sicuramente per sostenere l’insegnamento del friulano veicolare che non aiuterà di certo a dare un futuro prospero alla nostra Regione.

Dal punto di vista politico il disegno di legge sul friulano va a contrastare con i principi di tolleranza e di rispetto delle diversità, elementi basilari su cui si fonda una vera società civile e liberale. E ed è molto preoccupante che il dibattito politico si debba concentrare ancor oggi su queste tematiche quando abbiamo di fronte a noi molti problemi legati al futuro economico e quindi sociale della nostra Regione.

Problemi che vanno affrontati con urgenza e responsabilità coinvolgendo tutte le componenti della società civile, ma che oggi sono praticamente estranei dal dibattito politico. Dibattito politico che mi auguro veda in prossimità delle consultazioni amministrative regionali la comparsa di nuova classe dirigente, più vicina ai problemi della quotidianità e realisticamente più preoccupata del futuro della nostra Regione.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Alberto,
condivido pienamente con la tua visione.
L'Italia è ormai una realtà che, per crescere, è necessario venga vista in un contesto europeo.
La rentregrazione del friulano nelle scuole, pur essendo un modo per proteggere le tradizioni della nostra regione, non permette certamente uno sviluppo in questo senso.
Il Friuli dovrebbe collocarsi all'interno di una crescita dell'Italia in modo sinergico senza abbandonarsi a campanilismi immobilizzanti per la nostra economia.
(Un esempio concreto di questa cattiva politica è il caso Tocai.)
Dovremmo approfittare di più della nostra posizione geografica e della tutela che ci deriva dallo statuto speciale.
Piuttosto che il friulano bisognerebbe per esempio, duplicare o anche triplicare le ore di inglese e di tedesco.
Apriamoci all'europa piuttosto che chiuderci in noi stessi!
Marco Snaidero

Borioni Gabriele ha detto...

Mi trovo d'accordo con l'articolo di Alberto; è giusto che la propria cultura e le proprie tradizioni non vadano dimenticate o perse,anzi vadano preservate con degli strumenti di tutela al fine di mantenere vivo il patrimonio culturale della realtà in cui si vive e di cui si ha origine.
Purtroppo, non credo che l'insegnamento nella scuola di materie in lingua friulana sia uno strumento 'convincente' e cosi 'indispensabile' per il mantenimento vivo della lingua friulana.
Vivendo in mezzo ai giovani,mi accorgo che I giovani del Friuli,sopratutto nelle piccole realtà di paese, non hanno perso la loro voglia di parlare il friulano nel proprio ambiente famigliare e sociale;si può dire quindi,che non vi sia alcun pericolo da giustificare un forte investimento in tal senso.
Piuttosto,Visto il contesto globalizzato e più nello specifico Europeo nel quale il Friuli è già ben integrato,Indispensabile sarebbe l'investimento nella formazione di lezioni completamente in lingua inglese o, viste le opportunità date dalla nostra posizione geografica, in lingua tedesca, fin dalle prime classi scolastiche in diverse materie.
Cosi facendo,si darebbe la possibilità agli universitari del domani di avere una buona base di partenza per ampliare gli studi successivi con un investimento anche qui in corsi più tecnici e di interesse per le diverse facoltà nelle lingue prima menzionate,formando cosi operatori preparati negli scambi tra la Regione e le altre realtà limitrofe ed Europee.

Gabriele Borioni

Anonimo ha detto...

Caro Alberto,
condivido quasi totalmente il tuo articolo. Sono assolutamente d'accordo con te sul fatto che occorra andare avanti verso un'integrazione europea concreta e non tornare invece indietro concentrandosi sulle tradizioni locali.
Mi trovi un po' meno d'accordo quando parli di tradizioni locali come motivo di "intolleranza" o "mancata tutela dei diversi". Forse è una piccola esagerazione che ti è scapppata!
Come dicevi te, bisogna iniziare a cambiare rotta e bisogna avvicinare i giovani ai concreti problemi (in primis di lingua) con i quali si scontreranno in questo futuro europeo non così lontano. E' vergognoso il grado di preparazione elementare di inglese che viene istruito nelle scuole italiane.
Neanche a farlo apposta, ti scrivo da Londra dove ho quotidianamente la possibilità di confrontarmi con gente di altri Paesi i quali si dimostrano essere spesso e volentieri ben più preparati di me...parlano meglio, hanno un vocabolario più vasto e una pronuncia notevolmente migliore (e non direi di essere il peggiore "student" italiano). Perchè questa situazione di "inferiorità"? Il motivo è abbastanza ovvio e alla portata di tutti: il metodo di insegnamento nelle scuole è diverso (da noi l'inglese è studiato in teoria...da loro in pratica, parlandolo regolarmente durante le lezioni ) e anche perchè in quasi tutti i Paesi nord europei la televisione trasmette in lingua originale.
In conclusione posso dirmi anche io sfavorevole all'uso del friulano nelle scuole per alcune materie, ma allo stesso sono convinto che serva una proposta, come quella di corsi facolativi in friulano nello stesso ambiente scolastico, che possa mantenere vivo il nostro amato friulano.

Anonimo ha detto...

Vedo che tutti siete d'accordo con la tesi di questo articolo, quindi tocca a me fare la voce fuori dal coro.

Credo di aver compreso le motivazioni di questa vostra diffidenza nei confronti dell'insegnamento della lingua friulana nelle scuole, ma quello che mi disturba maggiormente è l'idea di fondo che traspare: "l'insegnamento del friulano sarebbe inutile".
Piuttosto sarebbe più importante, secondo l'autore dell'articolo, l'insegamento alle superiori di "tecniche più evolute di management, dal commerciale fino alla gestione del controllo di qualità sia di processo che di prodotto" ... beh ... innanzitutto ritengo che l'insegnamento di queste materie non debba per forza essere alternativo al friulano, ma soprattutto ci terrei a sottolineare che l'aspetto econominco e produttivo di questa regione non è assolutamente inferiore alle altre regioni d'Italia e non solo, non è assolutamente inferiore a molte zone d'Europa!
Ma perchè questo? ... Perchè siamo friulani!
Perchè a Udine la qualità di vita è così alta? E perchè a Napoli invece è così bassa? ... Perchè noi siamo friulani ed a Napoli sono napoletani! ... Dunque l'insegamento della lingua friulana è solo uno dei tanti modi (tra l'altro per niente dispendioso in un bilancio scolastico) di mantenere non la conoscenza della lingua in se, ma questa cultura del benessere che in questa regione c'è, mentre nella maggior parte delle altre zone del Mondo NON c'è!

Inolre, se proprio vogliamo tirare in ballo l'insegnamento di materie economiche di alto livello, è assolutamente inutile farlo senza una preparazione matematica sufficiente (io lo dico perchè sono uno studente di matematica e mi sto specializzando nell'ambito matematico-finanziario), quindi piuttosto che prendersela con il friulano che porterebbe via tempo a questi insegnamenti, io me la prenderei con chi in un liceo scientifico viene promosso portandosi dietro il 3 in matematica dalla 1a alla 5a.
Per quanto riguarda l'inglese, invece, ho anche io notato a mie spese che noi italiani siamo in dietro rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei (soprattutto quelli nordici). Secondo me, però, il problema non sta nel fatto che dedichiamo poche ore all'inglese, ma sta nel fatto che finchè in un liceo scientifico siamo obbligati a studiare l'inglese aulico di Shakespeare, non impareremo mai l'inglese.

Infine, la tesi sui "principi di tolleranza e rispetto delle diversità" mi sembra davvero fuori luogo, dal momento che io non sono assolutamente disposto, in nome della tolleranza e del rispetto per le diversità, a lasciare che venga rovinata la cultura friulana con un imbastardimento da parte di altre culture che hanno dimostrato essere inferiori e perdere una situazione di benessere che non è assolutametne frutto del caso o della fortuna, ma è frutto unicamente del fatto che noi siamo Friulani. Questa potrà sembrare un'affermazione forte e "politicamente scorretta", ma sono convinto che più passa il tempo e più questa è l'idea che si instaura nelle persone di questa regione.

Spero che accetterete le mie idee drasticamente diverse dalle vostre e se avete qualche critica su quanto ho scritto sarò ben contento di ascoltarla.

Federico Driussi

Anonimo ha detto...

Ciao federico,
mi è proprio piaciuto il tuo intervento e, anche se non si distacca dal tuo classico estremismo, l'ho trovato profondamente interessante.
Non condivido però, come ho già detto nel mio post precedente, il discorso "friulano a scuola a tutela delle nostre tradizioni". Non penso proprio che sia questo il modo per valorizzare e conservare i nostri usi & costumi.