mercoledì 17 ottobre 2007

Ricambio generazionale e merito: la svolta per lo sviluppo

di Alberto Sattolo
La tesi che spesso si riscontra nel dibattito politico-culturale di questi giorni è che la variabile età non conta, che sia necessario invece valorizzare esclusivamente le competenze e il merito. Ho personalmente la sensazione che si abbia quasi voglia di relegare nell’angolino la questione generazionale, che nel caso italiano ha un peso notevole e rappresenta un problema di urgente soluzione.
Vivo la politica con passione e impegno per costruire una società più civile, più equa, più rispondente ai bisogni della collettività. Sogno un Paese in cui si guardi con entusiasmo al futuro, in cui si possa permettere ad un sempre maggior numero di persone di vivere dignitosamente e secondo le proprie ambizioni. Un Paese che guardi allo sviluppo e non alla conservazione e alla staticità. Il vero ostacolo, infatti, è la staticità che una buona parte della classe dirigente porta con sè in tutte le decisioni. Il sistema Italia dovrebbe essere dinamico, solo in questo modo potremmo dare la possibilità a tanti giovani di proporsi per dare nuova linfa alla politica. Se questa classe politica rimane per decenni incollata alle proprie posizioni e alle proprie poltrone si blocca il rinnovamento del Paese e di conseguenza lo sviluppo. Solo dopo che il sistema permette a tutti e in particolare alle nuove leve di gareggiare, solo dopo possiamo parlare di merito e impostare la selezione su valori meritocratici.
Sono molto preoccupato del fatto che la popolazione stia invecchiando ( cosa di per sé positiva ) e che la parte under 30 diventa sempre più minoritaria. Il peso politico dei giovani è sempre più debole, nei prossimi decenni l’incidenza politica degli anziani sarà molto forte. Ma la responsabilità del welfare state e del suo mantenimento ricadrà soprattutto sulle nuove generazioni e su chi ora ha 30-40 anni. Mi chiedo a questo punto perché oggi chi è under 40 conti politicamente poco. A livello istituzionale l’età media supera abbondantemente i 50 anni. Queste persone che ricoprono grosse responsabilità di certo non attuano una politica rivolta ai giovani, basti vedere l’assenza di adeguate soluzioni legislative inerenti gli ammortizzatori sociali, i quali sono diventati necessari in un contesto in cui il mercato del lavoro è diventato molto più flessibile rispetto al passato. Il modello danese è un punto di riferimento e mi auguro che anche in Italia una proposta politica simile possa diventare realtà.
La prossima primavera vedrà soprattutto in Friuli Venezia Giulia una tornata elettorale molto ampia, che potrebbe completarsi con le eventuali elezioni politiche. E’ l’occasione per i giovani che amano questa nostra Regione, che vogliono costruire un futuro prospero per la propria terra, di impegnarsi attivamente per fare in modo che molti programmi delle liste che si presenteranno trattino concretamente le tematiche legale al mondo giovanile. Partendo dal mondo della formazione, fino a quello del lavoro e della qualità della vita. Prima di parlare di sinistra o destra, di coalizioni, di candidati, è meglio parlare dei problemi veri, quei problemi che la classe politica odierna, ormai autoreferenziale, si dimentica, spesso, di affrontare seriamente. L’opportunità esiste, mi auguro che molti giovani la colgano.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido il post e come sempre questo "concretismo", tipico di Alberto!
Penso però che "la possibilità di fare" richieda anche altri elementi oltre alla semplice introduzione di giovani nella politica. Inanzitutto servono le idee (scontato?!? direi proprio di no); subito dopo però servono anche la costanza e il coraggio di portare avanti ciò in cui si crede fermamente!!
Non manca molto tempo per tentare di cogliere l'occasione.....ma dobbiamo essere in grado di affermarci!
Palla nostra......neanche un anno al 90esimo...vediamo cosa sappiamo fare!

Anonimo ha detto...

E' vero, è ora di agire! Sattolo scendi anche tu in campo con Nuovo Corso!!! Avanti così ragazzi!

Anonimo ha detto...

Il futuro è dei giovani, fuori dubbio, ma resto dell'idea e condivido il detto che: "se i vecchi potessero e i giovani sapessero". Che in parole povere significa trasmettere l'esperienza e accompagnare i giovani nel loro cammino. Questo in politica non è succeso perchè i padroni satrapi dei clan di partito hanno paura di perdere le poltrone, hanno paura che i giovani gli facciano ombra, che li scalzino. Ma hanno ragione di farlo! Politicanti da quattro soldi senza ideali, avete tradito i vostri coetanei, illuso e traditi i giovani, via, fuori dalla balle. Non sono i partiti o la politica ad essere sporchi e disgustosi, ad essere disgustosi sono quei personaggi (e se ne salvano pochi) che della politica e dei partiti hanno fatto giocattoli per i propri interessi. Non si cambia però il modo di fare politica cambiando le persone, i sucessori di questi satrapi sono già infetti come loro, si cambia la politica solo cambiando il modo di pensare e di agire per il bene comune e se questo non succederà, credetemi saranno solo fregnacce. Per cambiare però veramente ci vuole coraggio e buona volontà, annaffiata da una buona dose di umiltà e senso di responsabilità civile, morale e politica.

www.unioneconfederaleregionale.it

Borioni Gabriele ha detto...

Ciao Alberto,
innanzitutto visto che posso mettermi in contatto solo attraverso questo sito con te ci tenevo a dirti che mi ha fatto piacere conoscerti di persona.
Condivido pienamente il tuo pensiero, e auspico che il merito porti a quel ricambio generazionale che dovremmo guadagnarci visto, come dici te, la necessità di trattare temi che riguarderanno il nostro futuro,a cominciare però dal presente.
Ci sono molte questioni tutte ben formulate nei diversi manifesti da trattare, e speriamo che questa onda di anti-politica non spazzi la voglia dei giovani di uscire da questa situazione di alto mare.
Se da noi giovani,se attraverso le occasioni che non ci lasciamo perdere, sappiamo dare una rsposta forte attraverso gli spazi che ci possiamo creare (interesse ed elezioni in primis) sarà difficile che continueranno ad ignorarci.

Anonimo ha detto...

Bravo Sattolo, condivido gran parte delle tue idee. Un unico dubbio, non credi che un modello si welfare state di un paese delle dimensioni della Danimarca sia di difficile applicazione in un paese come il nostro? E quanto è applicabile nel Profondo Sud?

Andrea

Luca Galvanini ha detto...

Alberto hai centrato il vero problema. La nostra Associazione nasce proprio per portare avanti la tematica della questione generazionale, partendo dal principio che una generazione non può pretendere di "governare" le generazioni successive. Esistono valori che è giusto tramandare e conservare, ma non è pensabile che una società progredisca senza avere la possibilità di stabilire le proprie regole.

In Italia sta avvenendo esattamente questo: la parte di popolazione al di sotto dei 50 anni è quella meno rappresentata nelle istituzioni ma proprio quella più bisognosa di risposte concrete dalla politica.

Noi giovani dovremmo mettere in secondo piano gli scontri ideologici che appartengono più ai nostri genitori che a noi e confrontarci, tenendo presente la realtà odierna, per cercare di migliorare il nostro Paese.

Il riferimento alla meritocrazia, un Valore che in Italia si riscontra davvero in pochi ambiti, è fondamentale per un modello di società che vuole raggiungere i risultati e, allo stesso tempo, la realizzazione dell'individuo.

Anonimo ha detto...

Mi pare palese, la situazione deve cambiare..... Ormai siamo alla gerontocrazia...... Governati dai pannoloni!

Christian

Alberto Sattolo ha detto...

Ringrazio Fabrizio per avermi concesso lo spazio adeguato e chi ha voluto lasciare un commento condividendo il dibattito. Che ci dobbiamo impegnare e presto è senza dubbio una realtà. Anche perchè non mancheranno a breve le opportunità. Bruno si sofferma giustamente sul fatto che in questi anni non si è voluto costruire una classe dirigente veramente capace di realizzare su basi solide un progetto per l'Italia e la nostra Regione.Tutto per la paura di perdere le proprie posizioni e poltrone. Non dimentichiamoci che viviamo in un contesto economico dove la competizione sta alla base della crescita e del mercato e dove difficilmente chi non sa adeguarsi ai cambiamenti riesce a sopravvivere. Sembra che l'attuale classe politica si sia chiusa in se stessa per incapacità di guardare al futuro. E mi ricollego al pensiero di Gabriele che correttamente rimarca la situazione di un Paese in cui senza la meritocrazia non c'è speranza per risolvere i molti problemi del nostro Paese. Per quanto riguarda il modello danese relativo al welfare state posso aggiungere che, se applicato al nord Italia, si avrebbe una forte accelerata del PIL e sopratutto un incremento notevole di investimenti esteri. Il nostro territorio di fatto diventerebbe attrattivo per molte imprese estere oltre che per le tante piccole e medie imprese locali che di fatto avrebbero meno paura ad assumere e ad investire. Probabilmente tale modello non avrebbe per ora risvolti positivi al sud, ma questo potrebbe essere superato con un futuro federalista in senso ampio. Un argomento che prima o poi affronteremo. Condivido poi il fatto che oggigiorno servano idee, progetti, entusiasmo e ideali che vadano oltre le ideologie. Moderazione e pragmatismo però devo correre di pari passo. Le riforme sono urgenti, ma devono essere condivise dalla maggioranza dei cittadini. Il nostro compito è anche di comunicare l'urgenza del cambiamento. Grazie a tutti!

Anonimo ha detto...

Complimenti Satul, davvero un articolo notevole, sai che la penso come te su molte cose ed anche su questo devo darti ragione.
Sono convinto che impegnandoci con serietà, potremmo in un futuro vicino vicinissino o aimè lontano, ricavarci i dovuti spazi con un pizzico, ma cosa dico, con un bel pizzico di importanza.
Concordo però anche con quanto detto dal segretario Bruno che mi trova d'accordo sul fatto che nessuno nasce maestro e su questo non si scappa . Non dobbiamo farci ingannara dalla smania di dover raggiungere qualcosa a tutti i costi, bisogna piuttosto lavorare ed aspettare.
Diciamo che non bisogna aver fretta, ma nenche lasciarci prendere per i fondelli da questa classe dirigente! FORZA NUOVO CORSO
Marco Snaidero

Anonimo ha detto...

Condivido, è arrivato il momento di cambiare le cose! Adate avanti così ragazzi, non fermatevi adesso...

Valerio