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lunedì 21 gennaio 2008

Abbiamo l’Italia nel cuore e non ci fermeremo

di Fabrizio Anzolini
“Nella sua libertà da autorità politiche ed ecclesiastiche l’università trova la sua funzione particolare, proprio anche per la società moderna, che ha bisogno di un’istituzione del genere”. “Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell’Università? Sicuramente non deve cercare d’imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà”. Avrebbe detto questo Benedetto XVI se gli fosse stato permesso di parlare all’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Università “La Sapienza”. Avrebbe parlato del rapporto tra fede e ragione, tra filosofia e teologia, della storia dell’università occidentale.

Purtroppo, però, questo non è potuto accadere per colpa di una minoranza inferocita di studenti che nel nome di un falso concetto di laicità ha rifiutato ogni dialogo e ogni confronto, ha festeggiato per la rinuncia del Santo Padre. Una vergogna per lo Stato Italiano, una figuraccia che si può riassumere nelle parole di Ezio Mauro su Repubblica, un giornale spesso molto duro con il Vaticano: “il Papa, che è anche Vescovo di Roma, non può parlare all’Università della sua città, in questa Italia mediocre del 2008”.

Quello che colpisce, di questa brutta vicenda, non è certo il fatto che ci siano delle persone che non condividono o si oppongono al pensiero del Santo Pontefice, ma la censura e la mancanza di libertà di pensiero di una delle principali università italiane. La Chiesa ha il diritto (che per i laici cattolici è un dovere) di testimoniare la sua dottrina su qualsiasi materia. I cittadini hanno il diritto di condividere o dissentire. Lo Stato ha il dovere di garantire la libertà di espressione e il diritto alla parola.

In questa storia non ha vinto, come alcuni credono, la laicità dello Stato ma, riprendendo Ernesto Galli della Loggia, una “caricatura della laicità” indegna di un paese moderno e progredito come il nostro. Quello di cui non ci rendiamo conto è che il rispetto e l’amore per le nostre radici, per la nostra tradizione, per la nostra storia e per la nostra identità troppo spesso vengono meno.

A questo dobbiamo porre rimedio, contro questa deriva dobbiamo combattere. Abbiamo l’Italia nel cuore e non ci fermeremo.